La ricerca avviata l¿anno scorso sul ruolo delle politiche sociali nel favorire l'uguale trattamento nonostante le diversità culturali, a partire dall'incarico di esperta per la D.G. Social Cohesion del Consiglio d'Europa (Forum 2006 sulle discriminazioni), si è conclusa con il saggio "Invisible poverty". Per il prossimo anno, il focus della ricerca si sposterà, dal settore dell¿assistenza contro l'esclusione, alle politiche di accesso al diritto fondamentale alla salute di cui voglio valutare i possibili effetti discriminatori. Sebbene il diritto alla salute, almeno a livello dell'intervento di urgenza, sia riconosciuto nella maggior parte dei paesi europei a tutti gli individui presenti sul territorio, questo diritto è spesso invalidato da pratiche che impediscono l'accesso a interi gruppi di popolazione. Le restrizioni normative del ricorso alle cure d'urgenza, il carattere stigmatizzante del trattamento istituzionale, insieme a fattori più soggettivi quali la paura degli immigrati irregolari di essere denunciati, ostacolano la realizzazione del dettato comunitario di non discriminazione nell'accesso al diritto alla salute. La ricerca si concentrerà sull¿Italia, usando come casi di comparazione Francia e Belgio su cui avevo già lavorato quanto all'assistenza.