Ci si propone innanzitutto di indagare la complessa figura professionale di Antonio Buccellati, professore di Diritto e Procedura penale dell¿Università di Pavia negli ultimi decenni dell¿Ottocento e illustre rappresentante dell¿indirizzo scientifico che porta il nome di ¿Scuola classica del diritto penale¿, la cui opera verrà analizzata con speciale riguardo al contributo offerto dal giurista alla risistemazione tecnica e scientifica del diritto penale negli anni immediatamente successivi all¿Unità nazionale. Tale opera di rinnovamento metodologico e di unificazione dottrinale del diritto penale, che vedrà sfociare la lunga vicenda di elaborazione legislativa nella promulgazione del codice Zanardelli del 1889, fu affidata a quella generazione di docenti e magistrati alla quale apparteneva anche Antonio Buccellati, appassionato cultore delle materie criminalistiche e tra i principali fautori della complessa operazione di superamento dell¿estrema frammentazione geografica e ideologica degli indirizzi di studio presenti nel neo Regno d¿Italia.
Un secondo filone di ricerca sarà rivolto alla disamina della giurisprudenza lombarda in pieno Ottocento, dall¿età della conquista napoleonica a quella successiva della dominazione asburgica. A tale riguardo si procederà allo spoglio, all'esame e allo studio delle raccolte delle decisioni dei principali organi di giustizia locali, edite e inedite, al fine di individuare il ruolo avuto dalla giurisprudenza lombarda nel processo di evoluzione e di trasformazione del diritto nel periodo di transizione dalla prima età dei codici all¿unità. L¿obiettivo è di verificare in che modo la giurisprudenza lombarda abbia svolto compiti interpretativi, creativi, propulsivi e di crescita del diritto e quanta incidenza abbia avuto nelle scelte che impegnarono il nostro legislatore nella formulazione dei codici unitari.