Numerosi studiosi hanno rimarcato come i processi di policy-making non possono essere adeguatamente descritti secondo un approccio interamente basato sulle risorse di potere. Almeno altrettanto interessanti sono gli aspetti di tipo cognitivo legati alla produzione delle politiche: le idee servono a legittimare soluzioni all¿interno di comunità epistemiche decisionali, contribuiscono a creare legittimità attorno alle risposte a problemi condivisi, definiscono il paradigma di scelta all¿interno del quale si muovono i policy-makers e rispetto al quale si scontrano per cercare di impostare determinati framework decisionali.
Ma le idee, a parte forse la creativa azione di motivati imprenditori di policy, non nascono dal nulla, e raramente sono l¿esito di una mera capacità riflessiva individuale. Le idee vengono emulate, importate, adattate, assemblate e definite in processi complessi che, spesso, vedono al loro centro attori specializzati nella produzione e riproduzione della conoscenza: centri di ricerca, istituti, gruppi di esperti anche di diversa posizione politica, accademici, fora di discussione pubblica.
Se, in alcuni paesi, questi ¿serbatoi di pensiero¿ ¿ i think tanks ¿ hanno un ruolo istituzionale come organizzazioni stabilmente a supporto dell¿azione dei partiti politici, è possibile anche che essi presentino un carattere maggiormente indipendente ed una struttura interna più flessibile.
La riflessione sulla diffusione e sul ruolo dei think tanks nel panorama politico italiano è ancora ai primissimi passi. Anzi, dopo una prima ricognizione compiuta oramai dieci anni fa (Radaelli e Martini 1997), si può dire che il tema non abbia più avuto l¿attenzione che invece merita. Si tratta innanzi tutto di costruire una mappa di questi think tanks, tentandone al contempo una tipologizzazione. Attraverso strumenti qualitativi di rilevazione (eg. questionari semi-strutturati e interviste) si potrebbe poi impostare un disegno di ricerca capace di indagarne maggiormente il ruolo all¿interno di diversi processi di policy, studiandone in prospettiva la collocazione all¿interno di più ampi networks decisionali, così come i collegamenti (personalistici e/o organizzativi) con reti di conoscenza internazionali.