Il consumo di beni materiali e culturali scarsi ha costituito, in ogni epoca e società, un segno di potere indipendentemente dalle gratificazioni e dai vantaggi concreti associati al possesso di o accesso a tali beni. I consumi ci possono dire molto su come l¿idea di classe o di ceto viene socialmente esperita nella vita quotidiana. Non solo classi e frazioni di classe diverse consumano cose diverse (in modo diverso), ma anche diversi modelli di consumo contribuiscono alla continua ridefinizione dei confini stessi tra classi e frazioni entro certi limiti strutturali. Quali siano e come si configurino storicamente tali limiti ¿ che sono al contempo condizioni di possibilità ¿ sarà l'oggetto di questa ricerca, da cui la centralità del concetto sociologico di ¿confine¿quale strumento analitico ed euristico per lo studio nel tempo delle disuguaglianze di classe e/o di ceto. Il consumo è una delle forme d¿agire in cui si tracciano e si conservano confini, una delle forme ¿ possiamo dire ¿ più rilevanti nella crisi della società fordista e delle sue caratteristiche garanzie (e gerarchie) politiche e sociali. Nella società contemporanea, variamente definita postfordista e postmoderna, al consumo ci si rivolge per definire e quindi anche per comprendere le nuove differenze sociali, tipicamente instabili e individualizzate, che hanno ridisegnato la mappa dei confini di classe sulla base di parametri non direttamente riconducibili alle tradizionali forme di cittadinanza. Attraverso un'analisi del ruolo dei consumi nella costruzione di confini sociali, si vuole problematizzare e complicare una versione ingenua dell¿idea di individualizzazione, che si realizzerebbe soprattutto a partire dalla sfera di consumo e riguarderebbe le classi medie, sempre più frammentate e disorganizzate. Per riuscire a tenere sotto controllo il vasto campo dei consumi, ci si focalizzerà sui consumi alimentari verificando a mezzo di analisi secondarie di dati quantitativi e interviste qualitative, come essi configurino ancora un momento di strutturazione dei confini sociali. La letteratura sottolinea che le nostre scelte alimentari sono profondamente legate alle nostre identità sociali. Il cibo che scegliamo così come quello che evitiamo parla di noi, delle nostre origini, del posto che occupiamo nello spazio sociale, e di quello che vorremmo occupare. Mangiare in effetti è distinguere e discriminare, è includere ed escludere. Il progetto vuole quindi mostrare come le pratiche alimentari e i discorsi sul cibo non solo riflettono condizioni economiche ma anche promuovono rappresentazioni della famiglia, della salute, della nazione e delle differenze di ceto e classe al suo interno. Un particolare aspetto dello studio considererà se e come differenti possibilità di accesso alla varietà, e diversi orientamenti nei confronti dell¿innovazione siano elementi discriminanti per la definizione di confini sociali significativi.