La ricerca attuale si pone in continuità con quella proposta per il progetto dell¿anno passato sugli aspetti anti-filosofici della filosofia politica contemporanea: si tratta infatti di sezioni separate, ma auspicabilmente connesse di un libro in corso di stesura.
Se la filosofia analitica coincide con un programma di ricerca guidato da un paradigma scientista che interpreta la filosofia come soluzione di problemi, si può dire che John Rawls trasferisce efficacemente il paradigma analitico alla filosofia politica, il che gli permette di eludere questioni di fondo relative all¿identità dell¿impresa intellettuale in cui si impegna, vincolandola nello stesso tempo a una drastica restrizione del campo di problemi possibili. Facendo coincidere la dimensione della filosofia politica che la impegna a rendere conto di sé e a qualificarsi con l¿interesse a questioni relative al ¿carattere¿ si può ritenere che tali questioni abbiano rappresentato nel più influente paradigma contemporaneo della disciplina un interesse secondario e dispensabile. Sono invece le questioni di metodo a rivestire un¿importanza cruciale. L¿ipotesi di ricerca è quella di esaminare che cosa è implicato nella distinzione tra metodo e carattere che qui emerge.
La battuta di Albert Camus sul metodo come rifugio alla mancanza di carattere sembra sottintendere una percezione piuttosto rigida della divisione del lavoro tra queste due categorie, almeno per quanto riguarda i problemi che qui si tratta di esaminare. Il punto infatti non è proporre una contrapposizione tra modelli formalistici e espressivistici di filosofia politica, ma sottolineare la differente interpretazione dei suoi compiti che deriva da un prevalente interesse al criterio del metodo o da un prevalente interesse al criterio del carattere. Il carattere, qui, non è da intendersi in termini essenzialistici, come qualcosa che la filosofia politica è (una sostanza che il metodo tende a occultare), ma come qualcosa che la filosofia politica fa, rendendosi riconoscibile in quanto approccio distintivo secondo la sua ragione disciplinare e assumendo la responsabilità di qualificarsi rispetto a altri approcci possibili. Una visione della filosofia politica centrata sul carattere è in questo senso peculiare di contributi disciplinari che pongono questioni meta-teoriche, impiegano modalità autoindagatorie, si posizionano rispetto a difficoltà tipicamente associate all¿ambizione valutativa e ai suoi problematici rapporti con la contingenza politica. Ne consegue la centralità di problemi di confine tra fatti e valori, tra oggettivismo e relativismo, tra storicità e astrazione, tra politica e filosofia. Così come una visione della filosofia politica centrata sul carattere non deve necessariamente prescindere da interessi metodologici, una visione metodologica della filosofia politica può indirettamente proporre una tesi sulle sue dimensioni caratteriali o farle emergere in specifiche circostanze.