Il riconoscimento civile delle sentenze ecclesiastiche di nullità matrimoniale e l'evoluzione dell'ordine pubblico
Progetto L'Accordo del 1984 di modifica del Concordato lateranense del 1929 prevede, tra i requisiti per il riconoscimento civile delle sentenze ecclesiastiche di nullità matrimoniale, che esse non contrastino con l¿ordine pubblico. Il giudizio di ordine pubblico riveste dunque un'importanza centrale nel sistema di "delibazione" delle pronunce confessionali. Tuttavia, un consolidato indirizzo giurisprudenziale ha teorizzato, essendo i rapporti tra Stato e Chiesa disciplinati in termini concordatari, un asserito margine di "maggiore disponibilità" dell'ordinamento italiano rispetto al diritto canonico, tale da determinare il rifiuto della dichiarazione di efficacia ai provvedimenti confessionali in fattispecie solo residuali.
La ricerca intende verificare la compatibilità di questo orientamento giurisprudenziale con l'evoluzione dell¿ordine pubblico, la cui "inderogabile tutela" costituisce un principio supremo dell'ordinamento costituzionale (Corte cost. sent. n. 18 del 1982), nel suo adeguarsi alle mutevoli esigenze della società. In particolare, dal momento che le conseguenze patrimoniali applicabili nel caso di riconoscimento delle pronunce ecclesiastiche di nullità sono quelle del matrimonio putativo, sembra opportuno indagare sulla legittimità della rilevanza nell'ordinamento interno di sentenze canoniche pronunciate in presenza di una radicata comunione materiale e spirituale tra i coniugi, alla luce della più penetrante tutela economica del coniuge debole prevista dalla disciplina sul divorzio.
I risultati della ricerca saranno raccolti in una pubblicazione scientifica che apparirà, in primo luogo, sulla rivista telematica ¿Stato, Chiese e pluralismo confessionale¿ (ISSN 1971-8543 www.statoechiese.it).