L'azione del FMI tra integrazione dei mercati finanziari e sovranità degli Stati in materia economica
Progetto Istituito nel 1944 con l¿obiettivo di garantire la stabilità dei mercati monetari internazionali, esercitando un ampio potere di controllo sulle politiche valutarie degli Stati membri fondate su un regime di tassi di cambio fissi, nel corso del tempo il Fondo monetario internazionale ha radicalmente modificato il suo campo di attività per far fronte alle diverse esigenze poste dall¿esistenza di sistemi di tassi di cambio variabili e dalla crescente integrazione dei mercati finanziari internazionali. Scopo della ricerca è analizzare la prassi del Fondo per verificare in quale misura esso oggi contribuisce a determinare i contenuti delle politiche economiche nazionali, tramite i due diversi strumenti della sorveglianza multilaterale e dell¿assistenza finanziaria.
Stabilita la discrezionalità degli Stati in materia di tassi di cambio, l¿art. IV dello Statuto del Fondo impone un obbligo di cooperazione tra i membri, diretto a consentire un funzionamento ordinato dei mercati internazionali. L¿art. VIII impone poi alcuni obblighi di condotta in materia di convertibilità delle valute nazionali, restrizioni dei pagamenti correnti, pratiche valutarie discriminatorie e, infine, movimenti di capitali. Per gli Stati che incontrano difficoltà nella gestione del saldo di bilancia dei pagamenti, è infine prevista la possibilità di ricorrere all¿assistenza finanziaria del Fondo, sulla base delle indicazioni di cui all¿art. V.
Queste disposizioni brevemente richiamate costituiscono la base normativa che ha condotto il Fondo ad elaborare modalità di intervento nei confronti degli Stati membri tramite l¿esercizio di un¿attività di sorveglianza multilaterale, in linea di principio riguardante le politiche valutarie, ma di fatto estesa all¿intera politica economica nazionale. La prassi dimostra anche come l¿assistenza finanziaria superi oggi i confini posti dall¿art. V, e abbia assunto i connotati di un intervento strutturale, non congiunturale, fondato su una politica di condizionalità e guidato dalla necessità di sostenere i paesi nei processi di crescita economica.
Nell¿esame della prassi rilevante è che lo strumento normativo su cui si fonda la medesima è costituito dalle decisioni del Consiglio dei governatori o del Comitato esecutivo. Queste hanno sicuramente consentito di superare alcune lacune e ambiguità presenti nel testo dello Statuto, ma nella loro valutazione non può essere sottovalutato che si sono talvolta fondate su una interpretazione estensiva del mandato conferito ai due organi.
La ricerca si propone anche di esaminare i limiti all¿esercizio della sovranità monetaria degli Stati che derivano da norme del diritto internazionale generale (non discriminazione, trattamento dello straniero, immunità dalla giurisdizione civile), da principi generali del diritto riconosciuti dalle nazionali civili (divieto di abuso di diritto e di ingiustificato arricchimento) e, infine, il rilievo che assumono norme internazionali sulla tutela dei diritti umani.