Struttura e conseguenze politico-internazionali del confine orientale eurocomunitario per i Paesi della fascia occidentale ex sovietica e per l¿Europa Occidentale.
Progetto L¿attuale assetto dei confini eurocomunitari nell¿Europa Orientale, che ha una funzione escludente della fascia rappresentata dalle Repubbliche occidentali ex sovietiche, presenta conseguenze di vasta portata per un¿area di instabilità internazionale a ridosso dell¿Europa allargata che, come il Caucaso, sta presentando crescenti problemi di stagnazione economica, degrado politico e civile (Bielorussia, Ucraina, Moldova), blocco delle necessarie riforme per fuoriuscire dalle pesanti rimanenze sovietiche e dipendenza dai forzati legami politico-economici dall¿ex centro imperiale, il quale si avvale ancora dei legami di dipendenza interrepubblicana lasciati in eredità dal periodo staliniano. Negli ultimi cinque anni si è prodotto infatti un processo di irrigidimento di quella che alla caduta del sistema internazionale bipolare si era presentata come una frontiera porosa e permeabile, dalle innumerevoli potenzialità, con i Paesi occidentali limitrofi ai quali l¿UE si è allargata nel 2004. Le conseguenze dell¿ ¿involuzione del confine¿, puntellato da sbarramenti alla circolazione delle merci, dei singoli e dei capitali, impedisce inoltre un ¿ritorno all¿Europa¿ primariamente culturale, come inteso nell¿Europa Orientale (in cui l¿idea del `ritorno¿ all¿Europa è sempre stata concepita in termini culturali quale rivitalizzazione di un continente rimasto per cinquant¿anni artificialmente spezzato), provocando in queste popolazioni frustrazione e rigetto. Il confine rafforzato fra i Paesi dell¿Europa Centrale entrati nella UE e quelli esclusi tende a creare una divaricazione crescente fra due concezioni differenti di Europa, con conseguenze politico-internazionali di notevole portata, a partire dalle incomprensioni fra rappresentanti delle ex ¿due Europe¿, fino all¿impossibilità degli esclusi di comprendere gli stessi processi di inclusione/esclusione e la loro logica di fondo, a tensioni ¿anti-europee¿, al rifiuto di idee e procedure che non tengano conto della memoria storico-culturale del Continente. Le politiche post-enlargement di rigidi border law enforcement e border control, di freno della cross-border mobility appaiono come fattori causali primari della spirale di insicurezza, oggetto primario della ricerca, che questa fascia a ridosso della UE, nonostante le politiche di vicinato, continua a produrre e che rischia di provocare gravi conseguenze e di lungo periodo anche per l¿Europa Occidentale.