Con questa ricerca si intendono approfondire alcune problematiche del potere di rinvio delle leggi, al fine di contribuire a definire la funzione ed i limiti che tale potere ha nella forma di governo delineata dalla Costituzione.
Come noto, il potere presidenziale di rinvio non comporta alcun tipo di partecipazione del Presidente della Repubblica alla funzione legislativa, ma è da ascriversi alla funzione di controllo del Capo dello Stato. Con l¿intervento presidenziale in sede di rinvio, infatti, il Presidente non incide direttamente sul contenuto della legge, ma ¿sospende¿ gli effetti della prima approvazione delle Camere, sollecitando una riflessione di queste ultime sulle legge che hanno già votato. Del resto, in base all¿art. 74 Cost., la volontà del Capo dello Stato è destinata a cedere di fronte all¿ulteriore deliberazione delle Camere.
La ricerca, partendo da tali premesse, si concentrerà su alcuni casi, messi in luce durante il settennato Ciampi, in cui il potere presidenziale di rinvio, a meno di non perdere la sua tipica funzione di controllo, sembra andare incontro a dei limiti impliciti.
Si prenderà così in esame la questione dell¿ammissibilità del c.d. ¿secondo rinvio sulle parti della legge nuove¿, ritenuto ammissibile da parte della dottrina perché ha ad oggetto norme non ancora esaminate dal Capo dello Stato, seppure rientranti in una legge già rinviata. Lo spunto è stato offerto dalle vicende della legge di riforma dell¿ordinamento giudiziario, di cui alcuni hanno prospettato un secondo rinvio avente ad oggetto le parti di legge nuove.
Un secondo aspetto del tema su cui si intende incentrare l¿attenzione è legato agli effetti, solo sospensivi, che può avere il rinvio. Lo spunto, in questo caso, è giunto dall¿ipotesi, paventata dai media, del rinvio della legge elettorale. L¿entrata in vigore di tale disciplina solo dopo i tempi tecnici necessari per la seconda approvazione delle Camere, successiva al rinvio, avrebbe impedito l¿applicazione del nuovo sistema elettorale alle votazioni in relazione alle quali il Parlamento aveva voluto ed approvato la legge. In questo senso, è possibile dire che il rinvio avrebbe avuto effetti irreversibili.
Ampio spazio della ricerca sarà dedicato, ancora, alla prassi, affermatasi durante il settennato Ciampi, dei ¿suggerimenti¿ fatti pervenire informalmente dal Capo dello Stato alle Camere nel corso di approvazione di alcune leggi, affinché venissero eliminate dal testo da approvare le disposizioni ritenute viziate. In particolare, si intende verificare se un simile intervento presidenziale durante l¿iter legis sia compatibile con l¿attribuzione alle Camere della funzione legislativa e col potere presidenziale di rinvio.
Nel corso dell¿analisi di queste e delle altre problematiche coinvolte dal tema in esame, fondamentale rilievo verrà dato all¿atteggiamento che assumerà il Presidente Napolitano.