Le sfide che da tempo nelle economie più sviluppate mettono in discussione gli assetti istituzionali e l¿ordine che si erano in precedenza consolidati ripropongono il tema del mutamento e delle condizioni cui è possibile si produca innovazione. E portano a interrogarsi sull¿adeguatezza dei modelli di cambiamento eminentemente incrementale e sulla desiderabilità invece di quelle discontinuità nei comportamenti degli attori capaci di riorientare le prospettive per il futuro e la capacità di governare i processi. Ciò induce a riportare maggiormente al centro dell¿attenzione la strategia degli attori e la loro capacità (o incapacità) d¿innovare intenzionalmente i processi di policy-making.
Tutto questo appare particolarmente appropriato in riferimento al caso lombardo. Com¿è già stato ampiamente messo in evidenza (Checchi et al. 2002), la Lombardia ha da lungo tempo costituito una sorta di laboratorio, in cui a particolari condizioni strutturali e istituzionali ha corrisposto una capacità di cercare e sperimentare soluzioni nuove a svariati problemi in campo economico e sociale. Gli stessi studi hanno anche però rivelato una distribuzione diseguale delle iniziative e un loro diverso grado di successo. Il che suggerisce che le spiegazioni prevalenti, che hanno fatto riferimento soprattutto a fattori istituzionali e di contesto, e/o alle logiche di comportamento di attori collettivi, non siano sufficienti a rendere conto dell¿estensione e intensità dei mutamenti. Che cosa fa dunque la differenza? Possiamo immaginare che le differenze, in termini di propensione all¿innovazione e in termini di successo dei tentativi messi in atto, derivino dal diverso ruolo giocato, entro il contesto dato, da attori individuali, a seconda della dotazione di risorse di cui dispongono? O che, in altri termini, conti, a parità di condizionamenti esterni, la diversa capacità di influenzare positivamente o negativamente il processo di policy-making da parte di attori influenti o imprenditori politici locali?
Per impostare in modo più soddisfacente questi interrogativi e avviare un primo approfondimento empirico sul tema, verrà condotta un¿indagine esplorativa su due studi di caso nel territorio lombardo. Sullo sfondo di un quadro di riferimento a grandi linee comune, essi verranno selezionati in modo da costituire un caso a elevato e uno a basso grado di successo in un campo di particolare rilievo quale quello delle politiche per l¿occupazione.
Attraverso l¿analisi della letteratura rilevante e questo esercizio empirico, ci si attende di poter formulare nuove ipotesi sul sempre nuovo problema teorico del rapporto tra attore e contesto, ma anche sulle condizioni cui è possibile che si producano discontinuità e innovazione nei processi di policy-making.
Riferimenti bibliografici
Checchi, D., Perulli, P., Regalia, I., Regini, M., Reyneri, E. (2002) Lavoro e sindacato in Lombardia. Contributi per interpretare il cambiamento, Milano, Angeli