Recentemente è stato completato uno studio in collaborazione con l'anatomia patologica dell'ospedale San Paolo di Milano, volto ad identificare due recettori, normalmente espressi sull'endotelio, trombomodulina (TM) e recettore endoteliale della proteina C (EPCR), sulle cellule tumorali epiteliali del cancro della mammella in sezioni di campioni chirurgici da 96 donne. Lo studio ha dimostrato che circa la metà dei tumori mammari esprime EPCR, con variabile grado di intensità ed estensione, e una percentuale più esigua esprime TM. Tali recettori, fisiologicamente, sono implicati nella attivazione della proteina C, un enzima chiave nella regolazione della coagulazione, della infiammazione e dell' apoptosi endoteliale.
Il processo coagulatorio ha importanti relazioni con la progressione tumorale e la formazione di metastasi: gli enzimi procoagulanti, quali la trombina, promuovono la proliferazione cellulare e attivano l'infiammazione, e le cellule tumorali possono esprimere fattore tissutale, un importante attivatore della coagulazione. La fibrina, prodotto ultimo della coagulazione, favorisce la metastatizzazione e l'angiogenesi. Non è noto quale sia il ruolo di recettori implicati nella regolazione della coagulazione (e quindi della formazione di trombina) nella progressione tumorale.
Scopo dello studio è caratterizzare l'espressione di EPCR e TM in diverse linee tumorali di cancro della mammella, di analizzare se tali linee sono in grado di attivare la proteina C, di verificare quali agenti farmacologici possono modificare l'espressione di tali recettori e di identificare quali caratteristiche funzionali delle cellule tumorali si correlino all'espressione dei recettori menzionati (per esempio relazione con il ciclo cellulare, l'apoptosi, l'indice proliferativo, la capacità di indurre metastasi in modelli animali, la presenza di recettori per estrogeni e progesterone e di E-caderina). Sono disponibili presso l'American Tissue Type Collection (ATCC) 11 linee cellulari di tumore mammario ben caratterizzate e utilizzate negli studi internazionali. Benché i dati ottenuti su cellule tumorali in vitro non siano immediatamente traducibili in vivo, tuttavia costituiscono un modello imprescindibile per la comprensione di alcuni meccanismi di base e possono fornire importanti suggerimenti per successivi studi clinici.
In via preliminare abbiamo fino ad ora analizzato le cellule MDA-MB-231 (una delle linee ATCC, ad elevata invasività) e le MCF-7 (un'altra linea ATTC, a bassa invasività) e verificato che le prime esprimono EPCR e TM (circa il 95% delle cellule, con elevata intensità di espressione) mentre le seconde esprimono ridotti livelli di EPCR. Questo primo dato, estremamente preliminare, è tuttavia suggestivo nell'indicare che esistono differenze di espressività di EPCR nelle varie linee e che è presumibile che si possa metterle in relazione alle diverse caratteristiche tumorali note.