RUOLO DELLA COLANGIOGRAFIA RETROGRADA ENDOSCOPICA NELLA GESTIONE DELLA STENOSI ANASTOMOTICA DELLA VIA BILIARE DOPO TRAPIANTO DI FEGATO
Progetto Presupposti: una stenosi anastomotica della via biliare è stata descritta con metodiche di imaging non invasivo (colangiografia trans-Kerhr o colangio-RMN) nel 10-15% dei pazienti operati di trapianto di fegato. Si tratta di una complicanza importante in quanto può portare ad insufficienza epatica e alla necessità di un ri-trapianto. Recenti studi hanno evidenziato come la terapia endoscopica mediante colangiografia retrograda endoscopica (ERCP) sia una opzione efficace e sicuramente meno rischiosa della tradizionale terapia chirurgica. Tuttavia è una terapia impegnativa sia per il paziente che per l¿equipe sanitaria in quanto comprende 4-5 sedute nell¿arco di un anno con il posizionamento di un numero crescente di protesi biliari. Vi sono delle incertezze che rendono difficile la gestione di questi pazienti: 1) l¿accuratezza delle metodiche di imaging non invasivo nel documentare la presenza di stenosi anastomotica non è elevata; 2) l¿alterazione della funzione epatica dopo trapianto di fegato può dipendere da altri fattori (infezione da HCV, trombosi dell¿arteria epatica; rigetto del trapianto) e spesso più di un fattore è presente nello stesso paziente. Obiettivo: valutare il ruolo della ERCP nel: 1) confermare la presenza di una stenosi anastomotica della via biliare suggerita da imaging non invasivo; 2) stabilire la rilevanza clinica della stenosi mediante posizionamento di una protesi biliare per un breve periodo. Descrizione della ricerca: saranno inclusi 30 pazienti che dopo trapianto di fegato hanno sviluppato un¿alterazione persistente degli enzimi epatici ed in cui l¿imaging non invasivo ha suggerito la presenza di una stenosi anastomotica della via biliare. I pazienti verranno sottoposti a: 1) ERCP in cui verrà dapprima visualizzata la via biliare per confermare o non la presenza di stenosi. Se la stenosi viene confermata si eseguirà una dilatazione e si posizionerà una protesi in polietilene, altrimenti il paziente verrà indagato/trattato per altre cause di disfunzione epatica; 2) follow-up clinico e laboratoristico a 1 e 2 mesi dal posizionamento della protesi. In caso di persistente miglioramento (diminuzione di ¿ 50% degli enzimi epatici ad entrambe le determinazioni) verrà praticato il ciclo completo di terapia endoscopica, altrimenti la protesi verrà tolta ed il paziente indagato/trattato per altre cause di disfunzione epatica. Al termine del lavoro verranno valutati gli eventuali fattori che predicono la rilevanza clinica della stenosi.