Bypass coronarico, genomica, alterazioni perioperatorie dell¿infiammazione e dell¿emostasi e risultati clinici al follow-up.
Progetto Il bypass coronarico (CABG) è una delle più frequenti procedure chirurgiche eseguite in tutto il mondo, con oltre 500.000 interventi/anno soltanto negli Stati Uniti.
Come è noto, il beneficio dell¿intervento di bypass coronarico è principalmente relato alla pervietà a distanza dei graft utilizzati che si associa a fenomeni di morbilità e mortalità sia nel breve che nel lungo periodo. In particolare, a differenza dei graft arteriosi impiegati di preferenza per bypassare l¿arteria interventricolare anteriore, quelli in vena grande safena sono soggetti ad un alto tasso di stenosi a distanza, calcolando che la percentuale di occlusione degli stessi raggiunge il 15% nel primo anno ed il 30% a 5 anni e che, a 10 anni, tale tasso sale fino al 40-60%. La patogenesi di tale fenomeno tardivo (oltre il primo anno dopo CABG) risiede principalmente nel processo di aterosclerosi ed è stato associato, già in passato, ai classici fattori di rischio cardiovascolare, tra i quali la dislipidemia, la presenza di diabete mellito ed il fumo di sigaretta. Tuttavia, la grande variabilità temporale interindividuale nel tasso di progressione della stenosi nei graft venosi risulta spiegata solo parzialmente dalle note suddette caratteristiche cliniche; pertanto, recentemente, l¿attenzione dei ricercatori si è focalizzata su una serie di altri elementi che potessero associarsi ad eventi avversi di natura cardiovascolare più o meno strettamente correlati ai fenomeni di iperplasia intimale e conseguente occlusione dei condotti venosi. Tali fattori appartengono a differenti categorie: Caratteristiche prettamente cliniche; 2) fattori biochimici; 3) predisposizione genetica.
Scopo del nostro studio è dunque quello di raccogliere prospetticamente, in tutti i pazienti sottoposti ad intervento di rivascolarizzazione miocardica (condotto con l¿ausilio della circolazione extracorporea o con tecnica off-pump) campioni di sangue venoso prima dell¿intervento ed alla dimissione dall¿ospedale (circa in settima giornata postoperatoria), e di seguire questi pazienti con follow-up periodici, clinci e strumentali. In tal modo sarà possibile disporre di una ¿banca dei plasmi¿ cui ¿attingere¿ per il dosaggio di molteplici fattori di varia natura (componenti della cascata del complemento, fattori della coagulazione, citochine, molecole di adesione o altri da definire in futuro sulla base del progredire delle conoscenze) o per l¿esecuzione di studi sul DNA genomico per la ricerca di polimorfismi. Questi dati saranno correlati con i dati del follow-up, specie con gli eventuali eventi clinici avversi (infarti, ricomparsa di angina stabile o instabile, procedure di PTCA o stenting, nuovo intervento di CABG, aritmie, morte improvvisa, strokes, evoluzione in scompenso cardiaco cronico etc.).