Prevalenza ed epidemiologia molecolare di human T-cell lymphotropic virus type I (HTLV-I) in Africa, in America Latina e in soggetti di recente immigrazione in Italia
Progetto Human T-lymphotropic virus type 1 (HTLV-1) è l¿agente eziologico di patologie linfoproliferative e neurologiche, ed è endemico in Giappone, Caraibi, Melanesia, nell¿Africa Sub-Sahariana ed in America Latina. Le rapide e rilevanti variazioni della composizione della popolazione europea dovute agli importanti flussi migratori è causa di cambiamenti significativi nella prevalenza di questo come di altri virus, anche in Italia. In un recente studio su immigrati HIV-1 positivi presenti in Italia abbiamo osservato una prevalenza di HTLV-1 dal 4 all'8% in base alla provenienza. La sorveglianza dell'infezione da HTLV-1 può consentire di evidenziare tempestivamente l'emergenza di patologie associate ad HTLV-1 e prevenire la possibile estensione dell¿infezione per via sessuale, materno-infantile o iatrogena. Intendiamo pertanto allestire uno studio sentinella finalizzato alla sorveglianza dell¿infezione da HTLV-1 in tutti gli stranieri HIV-1 positivi di recente immigrazione in Italia di nuova presentazione presso la nostra Clinica, (circa 500 soggetti).
Recentemente il nostro Istituto ha avviato alcuni progetti finalizzati alla lotta all¿AIDS in diversi Paesi Emergenti in collaborazione con le Autorità locali, tra cui tre Paesi Africani (Guinea Bissau, Swaziland e Zanzibar) e in Perù. La presenza di HTLV-1 è nota in Swaziland e Guinea Bissau, mentre non è stata a tutt¿oggi indagata a Zanzibar. Il Perù rappresenta, tra i Paesi dell¿America Latina, quello che registra la più alta prevalenza di HTLV-1: più del 10% tra i pazienti HIV-1 positivi, come evidenziato in uno studio da noi pubblicato recentemente. Intendiamo intraprendere una sorveglianza dell¿infezione da HTLV-1 in gruppi specifici di popolazione (donne gravide e donatori di sangue) viventi nelle tre regioni Africane (Guinea Bissau, Swaziland e Zanzibar), e in Perù; complessivamente lo screening di HTLV-1 coinvolgerà un campione rappresentativo di 500-1000 soggetti per ogni area in studio.
Nonostante l'elevata stabilità genetica di HTLV-1, è possibile identificare, mediante l¿analisi filogenetica del suo genoma, più geno/sottotipi virali. Tali varianti presentano una diversa distribuzione geografica: in particolare alcuni sottogruppi sembrano limitati geograficamente ad alcune zone ben precise, mentre altri mostrano una più ampia diffusione in tutto il mondo. La caratterizzazione molecolare dei ceppi di HTLV-1 può dare importanti informazioni riguardo la via di ingresso e l¿origine dell¿infezione nella popolazione in studio. Intendiamo quindi analizzare le sequenze nucleotidiche degli isolati ottenuti sia dagli immigrati in Italia che dai soggetti Peruviani ed Africani inclusi nello studio, per delineare l¿epidemiologia molecolare di HTLV-1 in Italia e contribuire allo studio delle relazioni esistenti tra i virus Africani e quelli del Sudamerica.