Valutazione dell'attività antiossidante del cliochinolo in un modello in vitro di EST (encefalopatie spongiformi trasmissibili)
Progetto Le Encefalopatie Spongiformi Trasmissibili sono disordini neurodegenerativi caratterizzati da depositi extracellulari di amiloide, estesa perdita neuronale e astrogliosi. I depositi di amiloide, prodotti dall¿aggregazione della proteina prionica alterata (PrPsc), sono localizzati in corrispondenza della microglia attivata dal processo patologico che secerne a sua volta mediatori infiammatori neurotossici e molecole ossidanti. Lo stress ossidativo è associato a un¿alterata omeostasi degli ioni metallici rame (Cu++), ferro (Fe++), zinco (Zn+). L¿accumulo extracellulare di ioni Cu++, rilevato in particolare in cervelli affetti da scrapie, favorisce la formazione di radicali liberi e composti ossidanti. La proteina prionica di membrana normale (PrPc) lega e internalizza gli ioni Cu++ riducendone l¿accumulo extracellulare; in corso di infezione l¿internalizzazione non si realizza, mentre il legame col rame sembra favorire la conversione della PrPc nella sua isoforma proteasi resistente. In precedenti fasi della sperimentazione abbiamo allestito un modello in vitro costituito da co-colture primarie di astrociti e microglia di criceto, stimolate con il peptide neurotossico e fibrillogenico PrP106-126. Tale modello cellulare risponde allo stimolo indotto dal peptide con un precoce aumento di espressione delle citochine pro-infiammatorie (IL1-b e TNF-a) e, più tardivamente, producendo fattori ossidanti strettamente correlati alla presenza della microglia. Il criceto mostra pertanto un pattern di risposta agli stimoli ossidativi più simile all¿uomo e rappresenta una valida alternativa al topo nello studio di eventuali approcci terapeutici alle EST. Il Cliochinolo, un antibiotico ad azione chelante gli ioni Cu++ e Zn+ è in grado di ritardare la deposizione di amiloide in modelli murini della malattia di Alzheimer. In criceti da noi infettati con scrapie, il Cliochinolo non ha ridotto i depositi di proteina prionica ma ha indotto un significativo miglioramento delle capacità cognitive degli animali trattati. Questo farmaco potrebbe dunque risultare neuroprotettivo in corso di EST tramite il sequestro del rame in eccesso e l¿eliminazione dei radicali liberi prodotti. Obiettivo della sperimentazione proposta è verificare nel modello in vitro stimolato con il peptide PrP106-126, dopo trattamento a breve termine con Cliochinolo a diverse concentrazioni, l¿effettiva attività antiossidante del farmaco; verranno a tale scopo misurati alcuni parametri ossidativi (idroperossidi, lipoperossidi, NO) mediante test biochimici commerciali. Verrà inoltre valutato mediante RT-real time PCR se la riduzione dello stress ossidativo è a sua volta in grado di diminuire l¿espressione delle citochine pro-infiammatorie IL1-b e TNF-a. L¿attività del Cliochinolo verrà comparata all¿azione scavenger di composti dalle note proprietà antiossidanti quali la vitamina E e il resveratrolo.