Il gruppo di ricerca si ripropone di investigare le modalità e le forme con cui le culture di lingua inglese affrontano la questione - complessa e quanto mai feconda - della rappresentazione della Storia. Storia e narrazione si intrecciano da sempre, e se nella classicità e nell'età moderna si riteneva che una delle massime qualità dello storico dovesse essere quella del bravo narratore, è stato proprio il XX secolo a riflettere sul rapporto non univoco e non trasparente tra la parola narrante e il fatto rappresentato. La revisione dei processi di significazione operata soprattutto dalla linguistica degli inizi del Novecento ha messo in discussione la tradizionale alleanza fra storiografia e racconto che aveva dominato il paradigma culturale fino agli ultimi decenni del XIX secolo. In quest'ottica, il gruppo di ricerca si è costituito attorno a un progetto preciso, che intende partire dalla sistematizzazione lessicografica sei-settecentesca - estremamente utile per inquadrare i concetti di "Story" e "History" come emergono dalle prime definizioni sistematiche - per proseguire, in ambito più specificamente letterario, con l'indagine del rapporto fra Storia e narrazione in testi appartenenti a diverse culture in lingua inglese fra il XVII e il XX secolo. La ricerca intende prendere in considerazione generi letterari diversi (romanzo, racconto, saggistica, autobiografia, poesia narrativa) nell'ottica di farli dialogare principalmente con la storiografia e con le arti visive, tenendo sempre presente la riflessione teorica sul rapporto fra "realtà" e "rappresentazione" che accompagna, rispettivamente, le diverse epoche prese in considerazione.
Appoggiandosi alle definizioni dei termini "Story" e "History" contenute nelle prime enciclopedie e dizionari sei-settecenteschi, la ricerca toccherà le autobiografie femminili del XVII secolo, per passare a una serie di temi vittoriani:la spettacolarizzazione della storia romana durante l'età vittoriana, il rapporto della poesia narrativa dei Browning con la storia italiana del Rinascimento e del Risorgimento, le rappresentazioni visive del Rinascimento italiano in George Eliot e Vernon Lee, il romanzo storico di Dickens usato come laboratorio per studiare le emozioni generate dalla Rivoluzione francese, per concludere con l'opera di Henry Mayhew sull'aspetto più oscuro della realtà londinese vittoriana. Passando poi al Novecento, si indagheranno l'estetica romanzesca dello scrittore sudafricano J.M. Coetzee là dove si rivolge in particolare alla rappresentazione della Storia, e le autobiografie nordamericane del tardo Novecento che riconsiderano il rapporto tra Storia e memoria culturale; per concludere con gli scritti sul Puritanesimo di Christopher Hill, che nel loro ordine di composizione dispongono la materia trattata in un chiaro disegno narrativo che ha per protagonista l'avventura puritana.