Principi e limiti della libertà di autodeterminazione del malato (nelle scelte, anche anticipate, di fine vita) fra bioetica e biodiritto (costituzionale ed europeo)
Progetto La ricerca, partendo dall¿analisi dei concetti e dei principi fondamentali della bioetica con particolare attenzione a quelli della bioetica di fine-vita, intende procedere alla ricostruzione del quadro costituzionale italiano di riferimento delle scelte sanitarie che riguardano il rifiuto, l¿interruzione o la sospensione di trattamenti salva-vita o di sostegno vitale, per un verso; e che possono dover essere compiute in quelle condizioni nelle quali, la necessità di intervenire e lo stato di incoscienza del malato rendono molto difficile il contemperamento fra la tutela del diritto alla vita e la salvaguardia della libertà di cura, nel quadro dell¿alleanza terapeutica fra medico e malato, per altro verso.
Particolare attenzione verrà posta alla ricostruzione dogmatica e all¿analisi giurisprudenziale del valore della dignità umana, dell¿inviolabilità della libertà personale e della libertà dei trattamenti sanitari (fatti salvi quelli obbligatori per legge e comunque sempre nel rispetto dei limiti imposti dal rispetto della persona umana); del diritto alla vita e del diritto "a essere lasciato morire".
In questo quadro, la ricerca affronterà poi i nodi concettuali dell¿istituto delle dichiarazioni anticipate di trattamento, e che riguardano principalmente: inattualità del consenso e rapporto fra informazione data in passato e evoluzione delle conoscenze scientifiche e delle potenzialità tecnologiche; interpretazione della volontà manifestata a suo tempo e standards di decisione; valore da attribuirsi ai testamenti biologici; procura sanitaria; forma con la quale redigere tali dichiarazioni e standard di prova in sede giudiziale.
La ricerca intende altresì seguire gli sviluppi del procedimento legislativo in corso nelle Aule parlamentari per arrivare a dotare l¿Italia di una legislazione che disciplini l¿istituto del consenso (e del dissenso) informato all¿atto medico, sia quando esso è fornito nell¿imminenza dell¿intervento diagnostico o terapeutico stesso, sia quando la scelta sui trattamenti sanitari è presa anticipatamente per una successiva condizione di incapacità.
La ricerca intende, altresì, sviluppare un¿analisi e una conseguente riflessione sulle esperienze degli altri Paesi nei quali l¿istituto del testamento biologico, così come del consenso-dissenso informato ai trattamenti sanitari (anche quando questo comporta la messa in pericolo del bene della vita), e la designazione di un fiduciario per la salute, sono da tempo disciplinati.
Dall¿esperienza di questi Paesi si passerà, infine, ad analizzare il quadro più generale del diritto internazionale e comunitario della bioetica, con particolare attenzione proprio asgli aspetti della libertà dell¿efficacia e dei limiti del consenso informato (nelle decisioni di fine vita ma non solo).