Quest'anno intendo approfondire teoricamente le tematiche già affrontate nelle mie ricerche degli anni passati, e al contempo dare loro un'estensione pratica proponendo un metodo di spiegazione delle costruzioni verbali giapponesi fondato sulla nozione di ruolo semantico. Secondo la teoria, i ruoli semantici, o tematici (nella grammatica generativa), ovvero i casi profondi, descrivono la funzione svolta dai costituenti nominali della frase in relazione al predicato, e sono assegnati dal predicato stesso nella struttura profonda della frase esattamente come lo sono anche i casi e le loro marche nella struttura superficiale. Questa confusione tra le definizioni e tra i principi di assegnazione dei diversi livelli causa vari problemi riguardo all'univocità dei ruoli semantici (se ad esempio ad ogni argomento possano essere assegnati più ruoli e viceversa) e alla corrispondenza tra ruoli e casi grammaticali. Io intendo proporre invece un nuovo livello 'ontologico' di evento, definibile come E, in cui è il prototipo di evento a determinare gli attanti (secondo Tesnière, le entità coinvolte, agentive o meno che siano) che partecipano alla sua realizzazione, e ad assegnare quindi loro i ruoli semantici, in un processo rappresentabile come uno schema a cascata di sempre maggiori differenziazione e specificazione degli eventi. Secondo il mio approccio teorico, il predicato per descrivere l'evento verrebbe poi scelto secondariamente tra quelli che per valenza e argomenti prototipici corrispondono alla struttura dell'evento; ed è quindi esso ad assegnare i casi superficiali e le loro marche. Questo approccio permette di risolvere i problemi di univocità e di rendere conto delle costruzioni alternative (argomento da me già affrontato nell'ultimo testo in bibliografia). A livello didattico, questo approccio si traduce nell'elaborazione di due diversi schemi grafici, che premettono di rappresentare visivamente in modo semplice e sintetico questa meccanica di assegnazione di ruoli, casi e loro marche. Di questi schemi, uno è elaborato da me, mentre l'altro è adattato dall'esemplificazione tradizionale della grammatica degli attanti già adottata dalla "scuola" di grammatica descrittiva di Teramura, il linguista giapponese che più si è occupato di questi argomenti. I due schemi sono perfettamente integrabili e, soprattutto, utilizzabili in modo differenziato ai livelli, rispettivamente, intermedio e di principiante. Nella mia esperienza, essi costituiscono uno strumento euristicamente potentissimo per fare capire al discente la nozione di valenza, quella di prototipo verbale, e i principi di assegnazione dei casi.