Questo progetto si pone in linea di continuità rispetto al lavoro svolto dal gruppo di ricerca negli ultimi due anni con il progetto Cofin ¿Nazionalità, genere e classe nel nuovo lavoro domestico. Cambiamenti nella famiglia italiana e evoluzione dei sistemi migratori¿ (2006) e con il Progetto Universidonna Lombardia (2006).
In Italia le donne partecipano almeno quanto gli uomini, ed in genere con migliori risultati, alla formazione universitaria, ma risulta un notevole scarto tra le nuove credenziali educative ed il loro riconoscimento professionale. Inoltre, permane una forte asimmetria nella distribuzione del lavoro familiare ed il carico derivante dalla ¿doppia o tripla presenza¿ viene sempre più spesso attenuato dal lavoro domestico delle immigrate (Beccalli, 2007).
La segregazione nel lavoro persiste in tutto il mondo, Stati Uniti e Canada compresi. Questo svantaggio è parzialmente dovuto al fatto che le donne sono segregate nei lavori tradizionalmente femminili, quei lavori nell¿economia dei servizi che sono poco pagati oppure i lavori impiegatizi che non offrono autonomia (Charles, Grusky, 2005). L¿Osservatorio di genere (Ballarino, Vezzoni 2006) nei tre Atenei milanesi mette in evidenza come, seppur notevolmente diminuita la stratificazione quantitativa, permanga una stratificazione qualitativa delle scelte universitarie di ragazzi e ragazze, che portano a differenti opportunità occupazionali. Le diseguaglianze di genere nelle opportunità di carriera in ogni caso, come emerge dal Monitoraggio delle ingegnere aerospaziali (Falcinelli, 2006) e dalle ricerche internazionali (Wacjman; Valian, 1998), non vengono meno nemmeno per quelle donne che scelgono dei percorsi tradizionalmente maschili.
Con il presente progetto si intendono analizzare le carriere delle donne nelle posizioni decisionali e di potere. Da una parte, si intende continuare il lavoro già intrapreso sulle carriere scientifiche, dall¿altra, l¿obiettivo è di ampliarlo con alcuni studi di caso in settori tradizionalmente maschili (Reskin, 1990; Roth, 2006), ancora inesplorati da un punto di vista di genere in Italia.
Per esempio nei settori dell¿alta finanza, bancario ed assicurativo la presenza femminile è in costante crescita, a tale crescita non corrisponde, tuttavia, un parallelo aumento di presenza femminile ai vertici. Secondo i dati dell¿ABI nel 2005 la presenza femminile tra i quadri dirigenti è decisamente inferiore a quella maschile e, in generale, più cospicua a livello impiegatizio. Al contrario la presenza maschile si dispiega principalmente tra quadri e dirigenti, nonostante il livello di istruzione sia sensibilmente più elevato tra le lavoratrici.
L¿indagine verterà sul confronto di carriere maschili e femminili tramite diversi strumenti: un¿analisi secondaria di dati prodotti dai principali istituti di ricerca (tra cui ABI; CNEL; ISTAT), una rassegna della letteratura internazionale esistente e alcuni casi studio.