La candidosi invasiva rappresenta la principale infezione fungina invasiva nel paziente ospedalizzato ed è caratterizzata da un¿elevata mortalità attribuibile (fino al 49%). Tale patologia infettiva è frequentemente associata al ricovero in reparti di Terapia Intensiva. L¿emocoltura, ritenuta il principale strumento per la diagnosi di candidosi invasiva, è tuttavia caratterizzata da una scarsa sensibilità diagnostica (50-60%). La Confederazione Europea di Micologia Medica ha promosso uno studio sulle infezioni invasive da Candida nel paziente in Terapia Intensiva a cui hanno dato l¿adesione diciasette paesi europei, tra cui l¿Italia.
Obiettivi del presente progetto sono: ampliare le conoscenze sulle caratteristiche del paziente in Terapia Intensiva con infezione invasiva da Candida, conoscere le procedure diagnostiche adottate nei differenti centri, verificare l'entità della resistenza agli antifungini e, infine, identificare i pazienti che potrebbero beneficiare di una profilassi,
Il proponente del progetto si occuperà del coordinamento dello studio italiano che prevede l¿attivazione di una rete di centri di Terapia Intensiva e di Laboratori di Microbiologia, distribuiti su tutto il territorio nazionale.
Ai centri aderenti allo studio verrà inizialmente distribuito un questionario per identificare le caratteristiche della Terapia Intensiva e gli approcci diagnostici/preventivi/terapeutici per le infezioni fungine. Successivamente per ogni caso di candidosi invasiva verrà compilato un questionario comprendente sia dati clinici che di laboratorio. Il coordinatore dello studio provvederà alla raccolta e verifica dei questionari compilati, all¿ inserimento delle informazioni in un database e all¿elaborazione dei dati. Il centro coordinatore provvederà, inoltre, alla raccolta dei ceppi responsabili di infezione invasiva, all¿identificazione e alla loro conservazione mediante liofilizzazione. Per i ceppi isolati verrà inoltre saggiata la produzione di biofilm e la sensibilità in vitro agli antifungini di uso sistemico (amfotericina B, flucitosina, fluconazolo, itraconazolo, voriconazolo, posaconazolo e caspofungina) mediante il metodo di microdiluizione in brodo.
Lo studio avrà la durata di due anni ed è prevista la raccolta di una casistica di 350-400 infezioni invasive.