Localizzazione ed espressione della Cicloossigenasi-2 nelle neoplasie intestinali spontanee dei cani e dei gatti e loro trattamento adiuvante/palliativo mediante farmaci anti-COX2.
Progetto Presupposti - La cicloossigenasi è comunemente sovraespressa durante la carcinogenesi dei tumori gastrointestinali nell¿uomo e nei ratti da laboratorio. L¿enzima contribuisce alla oncogenesi negli animali da laboratorio ed è un potenziale target per i farmaci antinfiammatorii non steroidei che causano regressione dei polipi colo-rettali sia nell¿uomo che nei ratti. Studi bibliografici recenti hanno dimostrato che COX-2 è espresso a elevati livelli nel 90% degli adenocarcinomi intestinali e l¿inibizione selettiva di COX-2 riduce la carcinogenesi in differenti modelli sperimentali. Perciò si pensa che COX-2 giochi un ruolo selettivo nella carcinogenesi del colonretto.
Descrizione e obiettivi della ricerca - L¿obbiettivo della ricerca (iniziata nel 2005 e per la quale è sottoposta ad accettazione su rivista straniera una pubblicazione) è quello di valutare la sovraespressione di COX-2 nei polipi e nelle altre neoplasie dell¿apparato gastroenterico del cane e del gatto e la sua correlazione con il livello di displasia nelle lesioni stesse. Valutare poi l¿effetto dei farmaci anti-COX-2, quali inibitori della carcinogenesi, in funzione del loro potere riducente la massa neoplastica (terapia adiuvante) in attesa di escissione chirurgica e nella palliazione delle forme non operabili. Tutti i soggetti (cani/gatti) afferenti presso la Sezione di Clinica Chirurgica verranno valutati seguendo i protocolli diagnostici più idonei per il tipo di lesione sospettata (RX, TAC, endoscopia flessibile e/o rigida). Su tutte le neoplasie verranno eseguite biopsie per valutare il grado di espressione della COX-2 e la sua intensità (mediante procedimento immunoistochimico utilizzando un anticorpo monoclonale contro la proteina COX-2 dei ratti) [ DACO]. I soggetti positivi operabili e non operabili verranno poi trattati con anti-COX2 (firocoxib) al fine di valutare la riduzione della massa neoplastica finalizzata ad una più semplice exeresi chirurgica nei primi e a scopo palliativo nei secondi.
Incoraggianti risultati sono stati ottenuti anche nel trattamento di alcune forme di carcinoma sempre a livello sperimentale nell¿uomo. L¿applicazione quindi di analoga metodica nel trattamento di neoplasie spontanee nel cane e nel gatto potrebbe contribuire, oltre al miglioramento degli attuali protocolli per il trattamento di dette neoplasie, a fornire un valido modello per lo studio di similari forme tumorali nell¿uomo.