Presupposti.
Le neoplasie solide sono spesso caratterizzate da un abbondante infiltrato di linfociti T (associati al tumore ¿ LTAT); tuttavia, a giustificare la progressione neoplastica, è stato dimostrato che i LTAT hanno ridotta capacità citotossica antitumorale e ridotta capacità di proliferare e produrre citochine. Nei carcinomi del colon, stomaco e prostata, la loro presenza è stata correlata alle dimensioni della neoplasia, allo staging e ad una migliore sopravvivenza. Per il tumore della mammella, i LTAT risultano essere una variabile prognostica indipendente rispetto alle metastasi linfonodali e alle dimensioni.
Recentemente, si è evidenziato che la sola valutazione dei LTAT potrebbe non essere un marker sensibile della risposta immune; ad essa va associata infatti la tipizzazione fenotipica delle cellule T (CD8+, CD4+, NK-CD56+) e l¿analisi del loro stato di attivazione. Particolare importanza hanno i linfociti T regolatori (Treg) che sopprimono lo sviluppo di autoimmunità, ma anche la risposta dei linfociti T verso gli antigeni tumorali, favorendo la crescita neoplastica. I Treg sono CD4+ e CD25+; l¿identificazione nucleare di FoxP3 ne indica la capacità soppressiva. FoxP3 è quindi considerato il più sensibile marker della regolazione e della funzione inibitoria dei Treg.
Descrizione.
Questo studio retrospettivo utilizzerà materiale d¿archivio, fissato in formalina ed incluso in paraffina. La casistica, dal 2000 al 2006, comprende 120 carcinomi infiltranti della mammella, suddivisi in 4 gruppi a seconda dello stadio di malattia.
Per le indagini immunoistochimiche si utilizzerano gli anticorpi CD45, CD4, CD8, CD25, FoxP3, estrogeni, progesterone, Ki67, c-erb-B2. Inoltre, verranno effettuate: una doppia immunofluorescenza (per la colocalizzazione degli antigeni), una valutazione quantitativa di ogni reazione immunoistochimica mediante il software WinRec Program, e l¿analisi statistica dei risultati.
Obiettivo.
Questo studio valuterà la distribuzione e l'attivazione delle Treg in carcinomi infiltranti della mammella, con lo scopo di correlare la funzione inibitoria allo stadio della malattia (pTNM, recettori, c-erb-B2).
Il laboratorio del gruppo proponente possiede già le apparecchiature e la tecnologia per la sperimentazione in oggetto.