Studio del signalling antiproliferativo del recettore tipo 2 della dopamina negli adenomi ipofisari non secernenti e della correlazione con la sensibilità in vivo al trattamento con farmaci dopaminoagonisti
Progetto La terapia di scelta degli adenomi ipofisari non secernenti (NFPA) è l¿intervento di adenomectomia per via TNS che tuttavia solo nel 40-50% dei casi porta alla totale rimozione del tessuto adenomatoso. Non vi è consenso su quale sia il trattamento ottimale dei pazienti con residuo tumorale che nella maggior parte dei casi tende ad crescere significativamente a 5-10 anni dall¿intervento. Poiché tali adenomi esprimono sia i recettori della somatostatina che quello di tipo 2 della dopamina (D2R) è stato tentato l¿utilizzo degli analoghi della somatostatina (octreotide) come pure dei dopamino-agonisti (bromocriptina) senza che sia stata osservata una chiara efficacia in termini di riduzione dimensionale dell¿adenoma. Tuttavia, un recente lavoro ha dimostrato come il trattamento con il dopamino-agonista cabergolina di pazienti con NFPA prevenisse l'aumento dimensionale del residuo dell¿adenoma presente dopo intervento neurochirurgico. Va infine sottolineato come il signalling antiproliferativo della dopamina e dei dopamina-agonisti non sia stato adeguatamente studiato in tali modelli cellulari. Dopo parere favorevole del Comitato etico e consenso informato, si utilizzeranno colture primarie ottenute per dispersione enzimatica da NFPA (n=10) rimossi chirurgicamente presso l¿U.O. di Neurochirurgia della Fondazione Policlinico. In queste preparazioni cellulari si valuteranno i livelli di espressione del D2R sia a livello proteico (western-blot ed immunocitochimica) che di mRNA (real-time PCR). Sulle stesse preparazioni cellulari si valuteranno poi le modificazioni del grado di espressione del D2R e di proteine coinvolte nel ciclo cellulare (ciclina D1, ciclina E, p27, p21) come pure dell¿attività apoptotica (metodica TUNEL, attività della caspasi 3) dopo trattamento con dopamina. Infine, in quei pazienti in cui si dimostrerà la presenza di un residuo di adenoma nella prima RMN eseguita dopo trattamento neurochirurgico, si inizierà trattamento con dopamino-agonisti monitorando i livelli circolanti di alpha-subunità delle gonadotropine e il quadro neuroradiologico a 6 e a 12 mesi dall¿inizio del trattamento. Le eventuali modificazioni del residuo dell¿adenoma in corso di trattamento con dopamino-agonisti verranno messe in correlazione con i risultati ottenuti negli studi in vitro.