Una ricerca è dedicata a completare lo studio dei profili penalistici della multiforme e complessa opera di Melchiorre Gioia, già parzialmente considerata nella ricerca FIRST 2005, incentrata sui lavori di natura statistica che si rivelano fonti assai utili per la valutazione dell¿amministrazionne della giustizia penale del tempo, dalle cause della criminalità al ruolo dei magistrati e degli avvocati nel processo; dalle riforme suggerite per un ordinamento giudiziario efficiente, alla natura e funzione della pena. La ricerca si estenderà ora all¿intera opera di Melchiorre Gioia e terrà anche conto di un imponente materiale manoscritto inedito che, custodito presso la Braidense, è stato di recente acquisito dall¿Istituto, con fondi First, in riproduzione CD-ROM. Lo studio di tali fonti consentirà di fondare su basi più solide quella che già ora è, in ogni caso, più di una semplice sensazione: come Gioia s¿inserisca, nel penale, in una linea di pensiero che da Beccaria e Verri perviene a Romagnosi ed a Cattaneo, al punto che la letteratura storiografica ha potuto, in ordine ad altri settori, configurare un ¿paradigma lombardo¿ tanto importante ed imponente da imporsi e proporsi anche a livello europeo. Altre ricerche sono rivolte a) ad approfondire lo studio già avviato lo scorso anno degli spunti che nel penale l¿opera di Cervantes offre copiosissimi (Massetto); b) a studiare alcune opere di un genere assai diffuso nell¿Ottocento, vale a dire L¿avvocato di se stesso, e che offrono una serie di dati sulla formazione, natura e ruolo dell¿avvocato, in dimensione deontologica, pratica ed educativa (Monti); c) ad inquadrare il tema della testimonianza, nel processo civile e penale, sulla base delle fonti del diritto comune classico (Bassani); d) ad esaminare l¿attività forense di un gruppo di avvocati lombardi ecclesiastici (tra i quali, Dell¿Acqua e Squadrelli), sulla base della preziosa fonte costituita dalle Allegationes.