Negli ultimi anni, i bisfosfonati si sono dimostrati efficaci in pazienti con neoplasie primarie dell¿osso o con metastasi ossee.Alcuni dati sperimentali e varie osservazioni cliniche indicano che alcune di queste molecole, oltre a modulare in senso inibitorio il riassorbimento dell¿osso, sono in grado di indurre un effetto analgesico che si manifesta rapidamente (entro la prima settimana dall¿inizio della terapia) e che, pertanto, sembra essere indipendente dai loro effetti sul metabolismo dell¿osso. Questa azione per così dire ¿sintomatica¿ ed i meccanismi eventualmente coinvolti non sono mai stati indagati in modo specifico. Per queste ragioni, si ritiene interessante utilizzare un modello di dolore infiammatorio nel ratto (monoartrite provocata dalla iniezione intraplantare di una sospensione di adiuvante di Freund) per caratterizzare gli effetti anti-infiammatori (pletismometria), anti-iperalgesici (test di Randall-Selitto) e biochimici (misurazione dei livelli di Sostanza P, di PGE2 e di alcune citochine quali l¿interleuchina-1 e il TNF nel tessuto infiammato della zampa) indotti dalla somministrazione di due bisfosfonati di ultima generazione largamente impiegati in ambito clinico: l¿ibandronato e l¿acido zoledronico. Questi farmaci verranno somministrati secondo uno schema sperimentale e con un rapporto fra le dosi il più possibile sovrapponibili a quelli utilizzati nell¿uomo. Le valutazioni verranno effettuate a tempi diversi dopo l¿induzione del processo infiammatorio e i trattamenti farmacologici, in modo da poter osservare sia gli effetti a breve termine sia quelli più tardivi dei due composti in esame. Ci si attende che i risultati di questi studi nell¿animale da esperimento consentano di verificare un¿eventuale azione dei bisfosfonati su mediatori del dolore infiammatorio e di raccogliere informazioni utili per allestire specifici protocolli clinici atti a valutare in modo più accurato gli effetti di questi farmaci in pazienti con dolore.