Il diritto internazionale privato comunitario e le relazioni esterne della Comunità europea con particolare riferimento alle conseguenze della sua adesione alla Conferenza dell¿Aja di diritto internazionale privato (HCCH)
Progetto Prendendo le mosse dall¿analisi delle problematiche sottese al coordinamento della competenza concorrente della Comunità e degli Stati Membri a concludere convenzioni con Stati terzi o organizzazioni internazionali nel settore della cooperazione giudiziaria in materia civile, il gruppo di ricerca intende valutare le linee di evoluzione che si stanno configurando nella prassi, in particolare nell¿ambito dei lavori della Conferenza dell¿Aja di diritto internazionale privato (HCCH). Dal dicembre 2002, quando la Comunità ha chiesto formalmente di divenire membro della Conferenza, è stata vagliata dall¿HCCH la possibilità di modificare lo Statuto e il Regolamento di procedura per ammettere, oltre agli Stati, anche organizzazioni internazionali. Tali modifiche sono state adottate in occasione della XX sessione di giugno 2005 per essere sottoposte all¿approvazione degli Stati membri. L¿adesione è condizionata in primo luogo da una dichiarazione sulla divisione delle competenze tra la Comunità e i suoi Stati membri nelle materie trattate dalla Conferenza. La stessa dichiarazione deve essere specificata ogni volta che venga richiesto da uno Stato membro della Conferenza in qualsiasi fase della negoziazione delle varie convenzioni, sul modello simile a quello già seguito per l¿adesione alla FAO. L¿esigenza di rendere chiara anche all¿esterno la divisione delle competenze a stipulare convenzioni internazionali tra Stati e Comunità si fa dunque sempre più urgente, considerata anche la giurisprudenza della Corte (a partire dalla sentenza AETS), non sempre coerente su questo tema, di recente affrontato anche nel parere n. 1/03 del febbraio 2006 sulla revisione della convenzione di Lugano. Si intendono quindi vagliare le conseguenze della prossima adesione della Comunità in particolare con riferimento alla necessità di adeguare gli strumenti esistenti, già negoziati e ratificati, oltre che quelli futuri e di verificare la loro compatibilità con gli atti comunitari in vigore e in via di elaborazione, fondati sul titolo IV del trattato CE.