I carcinomi embrionali (CE) originano da cellule staminali tumorali che rappresentano la controparte maligna delle cellule staminali embrionali e costituiscono il 30% dei tumori germinali del testicolo (TGT). L¿incidenza dei TGT è raddoppiata negli ultimi 40 anni e attualmente vengono diagnosticati 15 nuovi casi per anno per 100.000 maschi nella fascia di età compresa tra 25 e 40 anni. Nei CE metastatici a cattiva prognosi, la chemioterapia ad alte dosi con trapianto autologo - pur migliorando i risultati della chemioterapia standard - non è curativa in una significativa percentuale di pazienti.
Le cellule di CE mostrano almeno tre meccanismi molecolari deregolati che costituiscono potenziali bersagli terapeutici: l¿antigene CD30 - marcatore delle cellule di Reed-Sternberg e di sottotipi di linfomi non-Hodgkin - che è ubiquitariamente espresso dalle cellule di CE; l'attivazione del fattore nucleare kB (NF-kB); la sovraespressione del recettore tirosin-chinasico c-Kit. La disponibilità di nuovi farmaci in grado di bersagliare specificamente CD30, NF-kB e c-Kit consente di testare nei CE strategie terapeutiche innovative.
Gli obiettivi finali del progetto proposto sono: (i) dimostrare l¿efficacia terapeutica e (ii) studiare il meccanismo di azione dell'anticorpo monoclonale anti-CD30 denominato SGN-30 come agente singolo che in combinazione con Imatinib Mesilato (inibitore della chinasi di c-Kit) e Bortezomib (inibitore del proteosoma) in modelli di xenotrapianto di linee cellulari di CE umano in topi NOD/SCID.
Il progetto proposto è un tipico esempio di medicina traslazionale che integra metodiche di biologia cellulare e molecolare con modelli di xenotrapianto di tumore allo scopo di verificare in vivo l¿efficacia di studi eseguiti in vitro e di comprendere i meccanismi anti-tumorali della terapia. Le informazioni ottenute con lo studio proposto potranno migliorare l¿indice terapeutico del trattamento dei CE rendendolo più efficace e meno tossico.