Potenziamento dell'attivita' antitumorale dell'interferone-beta nel carcinoma midollare della tiroide: ruolo della terapia epigenetica
Progetto Il carcinoma midollare della tiroide (CMT) e' un tumore neuroendocrino maligno che origina dalle cellule C parafollicolari della tiroide, scarsamente sensibile alla chemio- e radio-terapia. La terapia con modulatori della risposta biologica, tra cui analoghi della somatostatina e interferoni (IFNi) di tipo I, e' in grado di controllare la sintomatologia neuroendocrina nei pazienti con CMT, ma non risulta efficace nel contrastare la crescita tumorale.
In molti carcinomi, la resistenza alla terapia convenzionale con chemioterapici e/o modulatori della risposta biologica e' dovuta alla metilazione del DNA e conseguente inibizione della trascrizione di numerosi geni coinvolti nella trasduzione del segnale dei farmaci antitumorali. La riattivazione di tali geni, attraverso l'uso di agenti demetilanti, e' potenzialmente in grado di aumentare la sensibilita' delle cellule tumorali ai farmaci antiblastici.
Gli obiettivi del presente progetto sono:
1) Valutare se la terapia con 5-AZA-deoxycytidine (5-AZA-dC), un agente demetilante, sia in grado di aumentare la sensibilita' antitumorale all'IFN-beta nella linea cellulare TT di CMT.
2) Delucidare i meccanismi d'azione coinvolti nel processo di sensibilizzazione al trattamento con interferoni di tipo I nel CMT, mediante pre- e co-trattamento con agenti demetilanti.
In particolare, valuteremo l'attivita' antitumorale dell'IFN-beta con e senza pre- e co-trattamento con 5-AZA-dC, studiando l'effetto sulla proliferazione cellulare mediante quantificazione del DNA (determinazione fluorimetrica con HoechstTM 33258). Analogamente, saranno determinati gli effetti della terapia combinata (IFN-beta +/- 5-AZA-dC) sul ciclo cellulare, mediante l'analisi citofluorimetrica con ioduro di propidio, e sull'apoptosi, tramite quantificazione della frammentazione del DNA (Cell Death Detection ELISAPlus, Roche).