A seguito della sostanziale bocciatura della direttiva c.d. Bolkestein da parte del Parlamento Europeo, la Commissione UE il 4 aprile 2006 ha presentato un nuovo progetto di direttiva di liberalizzazione dei servizi in seno al mercato europeo (COM 2006 160, 2004/0001 COD). Questa proposta ha già ottenuto l'approvazione del Consiglio il 28 maggio 2006 e sarà sottoposta la voto del Parlamento UE dopo l'estate del 2006 con estrema probabilità con esito positivo. Questa proposta di direttiva lascia ampi margini agli Stati membri per operare una competizione "regolativa" anche per i profili di regolazione dei rapporti di lavoro, della contrattazione collettiva, dei diritti sindacali e di autotutela collettiva. La proposta di direttiva prevede, infatti, che la legge applicabile ai c.dd. posted workers (lavoratori distaccati da uno Stato membri ad un altro per la prestazione di servizi) continui ad essere integralmente disciplinata dalla direttiva 96/71. Sull'interpretazione della direttiva 96/71, però, si confrontano due orientamenti divergenti tra gli Stati membri: un orientamento protezionistico secondo cui gli Stati membri sarebbero sostanzialmente liberi di imporre l'applicazione del loro diritto del lavoro ai lavoratori distaccati; un diverso orientamento secondo cui l'applicazione del diritto del lavoro dello Stato ospitate sia legittimato soltanto per alcuni istituti tassativi (importanti ma limitati) e vietato per gli altri istituti (parimenti rilevanti quale disciplina dello sciopero, del licenziamento, del contratto a termine, della contrattazione collettiva etc.). La ricerca si propone di esaminare come la direttiva di liberalizzazione dei servizi inciderà sull'interpretazione della Corte di giustizia in merito alla legge applicabile ai lavoratori distaccati dalle imprese di servizi in diversi Stati membri e quali saranno le scelte e strategie regolative che ciascun Stato membro e le parti sociali nazionali adotteranno.