La ricerca mira ad adattare la teoria delle implicature conversazionali di Grice al linguaggio normativo. Al riguardo, Grice stesso ha più volte rivendicato la generalità della sua teoria e ha provveduto a fornire la versione ¿normativa¿ di alcune delle massime conversazionali (cfr. Grice Logic and Conversation, 1967; trad. it. in Sbisà 1987, pp. 199-219).
Presupposto del lavoro è un¿approfondita indagine sulla teoria delle implicature conversazionali e sulla connessa teoria griceana del significato non naturale (o significato del parlante): entrambe queste teorie sono state sottoposte a profonde critiche e conseguenti revisioni, che dovranno essere accuratamente analizzate. In particolare, tali teorie pongono una serie di problemi (che possiedono un¿ovvia rilevanza anche nel campo giuridico), quali quelli relativi al concetto di intenzione, all¿accertamento di un¿intenzione altrui, alla distinzione tra significato letterale (o significato dell¿enunciato) e significato del parlante.
Dopo questi imprescindibili studi preliminari, la ricerca si concentrerà sull¿applicabilità delle teorie in esame al linguaggio normativo.
L¿obiettivo principale di questo lavoro è quello di analizzare se alcuni paradossi o anomalie deontiche possano trovare una soluzione al livello delle implicature conversazionali. In particolare, ciò sembra valere per il c.d. free-permission paradox , per l¿anomalia interpretativa detta del permesso bilaterale e, forse, anche per il c.d. paradosso di Ross. La teoria delle implicature pragmatiche potrebbe, inoltre, gettare una nuova luce sul c.d. quadrato di opposizione deontica (in particolare, sul rapporto di subcontrarietà tra `Permesso p¿ e `Permesso non-p¿), nonché fornire un¿interpretazione alternativa dei fenomeni che Giovanni Tarello ha ricondotto alla c.d. semantica del neustico.
Infine occorrerà sondare l¿applicabilità della teoria in esame ai discorsi appartenenti all¿ambito giuridico in senso stretto.