Il problema della ricostruzione della struttura e funzione delle azioni penali private, nel pensiero della giurisprudenza romana classica e nella elaborazione successiva operata nelle istituzioni giustinianee, costituisce un punto nodale dell'ulteriore processo ricostruttivo che ha impegnato la dottrina sul rapporto tra l'aspetto risarcitorio ed afflittivo delle azioni penali private.
L'aspetto risarcitorio, tipico delle azioni reipersecutorie, appare alcune volte anche in azioni riconosciute dalle fonti come penali e, in particolare, in tutti i casi in cui la pena sia al simplum.
Ciò ha fatto ipotizzare che sin dalla riflessione della giurisprudenza classica fossero presenti i prodromi della visione risarcitoria dell'illecito privato quale è contenuto nell'art.2043 c.c.; a fianco ad esso si sarebbe sviluppata l'afflittività della pena pubblica possibile in seguito al mutare del regime del processo, con la cognitio extra ordinem, e soprattutto dei poteri del giudice, organo dello stato. Questa problematica si sviluppa prendendo le mosse da Gai.4.6/9 e da Ist.4.6.16/20 in cui, sotto diversi angoli visuali, sono qualificate le azioni reipersecutorie, penali e miste nella visione di Gaio e di Giustiniano. La ricerca si propone: a) esaminare la correttezza della visione dottrinaria sulle fonti citate e sulle altre ad esse collegate; b) accertare il fondamento della visione gaiana nella diversa accezione del rem persequimur e del poenam persequimur di Gai.4.7/8 e del rem et poenam persequimur di Gai.4.9, posto in relazione con il concetto giustinianeo di azioni penali reipersecutorie e miste.