La ricerca intende affrontare il problema delle discriminazioni per motivi di età. Si tratta di un divieto che ha assunto assume rilevanza espressa nell¿ordinamento giuridico solo recentemente. Tra le fonti internazionali esso non compare espressamente se non con l¿art. 13 TCE, per essere sancito solennemente soltanto nell¿art. 21 della Carta dei diritti fondamentali dell¿Unione europea; in Europa, solo la Costituzione della Finlandia contiene un espresso divieto in tal senso, mentre tra le fonti ordinarie, il primo rilevante intervento si è avuto si è avuto in Irlanda, con l¿Irish Employment Equality Act del 1998. Soltanto a seguito dell¿emanazione della direttiva 2000/78/CE si è innescato negli altri Paesi membri della comunità europea un processo di estensione espressa anche all¿età dei divieti di discriminazione. Si tratta peraltro di un processo ancora in corso, poiché molti Paesi, tra cui Il regno Unito, la Germania, la Svezia, il Belgio e i Paesi Bassi, si sono avvantaggiati della possibilità prevista dall¿art. 18, c.2, della direttiva di attuare il divieto in questione entro il 200678/CE. In Italia il divieto di discriminazioni per età, peraltro già desumibile dall¿art. 3 Cost., è stato espressamente sancito con il d. lgs. 216/03, che ha tuttavia dato luogo a diversi problemi interpretativi. La ricerca si propone di verificare, alla luce del nuovo divieto, quali norme del diritto del lavoro e del welfare che contengono differenziazioni di trattamento fondate sull¿età possono ritenersi ancora lecite e e quali invece devono ritenersi implicitametne abrogate.