La ricerca si propone di analizzare le implicazioni costituzionali delle recenti riforme in materia di diritto del lavoro e di diritti dei lavoratori, sotto un duplice angolo visuale: da un lato, affrontando il problema del rapporto tra la disciplina del diritto del lavoro e la tematica delle fonti del diritto; dall¿altro, analizzando le implicazioni delle tecniche normative utilizzate per ridisegnare la disciplina del rapporto di lavoro sulle garanzie delle libertà costituzionali.
Sul primo versante, si tratta di affrontare sia il problema dell'utilizzo della delega legislativa al fine di ridisegnare le tipologie di lavoro subordinato e le relative garanzie, sia quello del ruolo che nella disciplina della materia deve riconoscersi attualmente alle autonomie sociali, e in particolare alle organizzazioni sindacali: non solo per quanto concerne i problemi riguardanti il ruolo svolto dai contratti collettivi nel sistema delle fonti del diritto, ma anche per quanto attiene al coinvolgimento delle parti sociali nella elaborazione delle scelte legislative.
Sotto il secondo angolo visuale, la ricerca si propone di affrontare il tema dell'incidenza delle tecniche di normazione utilizzate nella riforma del diritto del lavoro sull'effettività delle garanzie costituzionali dei diritti. Si tratta qui di comprendere, da un lato, come le garanzie costituzionali possano continuare ad operare all'interno di un tessuto legislativo caratterizzato da una sempre maggiore frammentazione ed articolazione di discipline e di posizioni soggettive; d'altro lato, occorre chiedersi se ed in quale misura un tale processo di dispersione e frammentazione delle tipologie e delle forme di tutela sia idoneo ad incidere sulla lettura degli enunciati costituzionali in materia di lavoro e di diritti del lavoratore, determinandone una interpretazione "evolutiva" (o "involutiva") suscettibile di mutarne, distorcerne o financo annullarne il senso rispetto alle intenzioni manifestate dai Costituenti.