Molti paesi europei hanno sperimentato negli ultimi 15-20 anni una riforma delle modalità di produzione e erogazione dei servizi pubblici, anche attraverso processi di privatizzazione e liberalizzazione, ma non solo. Il tema del rapporto tra fornitori e utenti/cittadini, del potenziamento delle possibilità di scelta da un lato, e/o di espressione della voice dall'altro, è stato ed è spesso di importanza centrale in questi processi, così come nel dibattito scientifico e politico che li ha accompagnati. Alcuni approcci vedono nell'aumento delle opzioni di scelta da parte degli utenti un potenziamento anche dei diritti di cittadinanza. Altre interpretazioni sottolineano invece l'attrito, se non l'incompatibilità, tra 'commercializzazione' dei servizi (specie in settori come l'istruzione e la sanità) e cittadinanza democratica, e sottolineano piuttosto l'esigenza di rafforzare le possibilità di espressione della voice da parte dei cittadini/utenti. Altre posizioni ancora richiamano l¿importanza, ai fini della tutela dell¿utenza e insieme della cittadinanza, del rapporto tra Stato e fornitori e della sua riorganizzazione, più che del rapporto tra fornitori e consumatori. Un caso di grande interesse in proposito, sia sotto il profilo del dibattito scientifico che delle sperimentazioni pratiche, è quello britannico, in particolare inglese, nei primi anni 2000.
Obiettivo della ricerca è di analizzare questo caso nazionale, specie per quanto riguarda il settore della sanità, e in parte dell'istruzione. Verrà a tal fine ricostruito il dibattito rilevante, sarà esaminata la legislazione adottata a partire dagli ultimi anni novanta, saranno analizzati alcuni casi di riorganizzazione. La ricerca sarà completata da alcune interviste a studiosi ed esperti di Centri di ricerca sul tema dei servizi, in particolare presso il King's College di Londra.