Studio della circolazione dei sottotipi non-B e dei ceppi ricombinanti di HIV-1 e loro caratterizzazione molecolare e biologica. Sorveglianza delle superinfezioni sostenute da ceppi non-B.
Progetto L¿alta variabilità genetica e la capacità di reinfettare cellule già infette portano frequentemente alla comparsa di virioni di HIV-1 eterogizoti. La ricombinazione è così considerata la principale fonte di variabilità genetica in HIV-1 e influenza l¿evoluzione virale, la patogenesi, la progressione della malattia, la risposta alla terapia e l¿efficacia delle strategie vaccinali.
L¿epidemiologia molecolare rappresenta oggi lo strumento più sensibile per studiare la circolazione, l¿origine e la diffusione delle differenti varianti virali di HIV-1 e l¿assegnazione del sottotipo, mediante analisi filogenetica, rappresenta un marcatore epidemiologico potente e affidabile.
Negli ultimi anni, il nostro Dipartimento ha condotto il primo studio italiano sulla circolazione dei sottotipi non-B in Italia. I risultati della sottotipizzazione, i dati epidemiologici, immunologici, virologici e terapeutici dei soggetti di sottotipo non-B afferenti agli studi Cascade, Spread, ICoNA e MSuniSI sono stati inseriti in un Database (DB) nazionale.
Gli obiettivi di questo progetto sono: i) caratterizzazione biologica e molecolare dei sottotipi non-B, ii) identificazione e classificazione di potenziali nuove CRF, iii) analisi degli eventi di ricombinazione e dei meccanismi coinvolti nella generazione delle URF e il loro ruolo nell¿influenzare la fitness e l¿infettività virali, iv) mantenimento e aggiornamento del DB dei ceppi non-B in Italia, v) identificazione e studio delle superinfezioni dovute a sottotipi non-B, in vivo.
Tale sorveglianza permetterà di valutare l¿ingresso e la circolazione dei ceppi non-B sulla base dei differenti gruppi etnici residenti in Italia, del genere e dei differenti gruppi a rischio. Il DB verrà aggiornato e permetterà la valutazione dell¿esito clinico e l¿efficacia del trattamento antiretrovirale.Tali dati orienteranno inoltre i clinici nella gestione dei pazienti infettati da ceppi non-B che possono non essere rilevati e quantificati in maniera attendibile dai test diagnostici correnti.