Contro le aspettative di una progressiva marginalizzazione delle armi nucleari nello scenario internazionale post-bipolare, queste continuano a rappresentare un fattore senz¿altro cruciale nell¿equazione politico-strategica globale. La ricerca intende soffermarsi su questa riaffermata centralità della «questione nucleare».
In primo luogo, essa mira a chiarire le ragioni geopolitiche che stanno sospingendo un numero crescente di Paesi a vedere nel potere nucleare la chiave di volta della loro sicurezza: ragioni ora eminentemente locali, legate ai meccanismi di competizione ed alle fonti di vulnerabilità endogene alle diverse aree regionali; e ragioni ora globali, cioè riconducibili in ultima analisi al divario di potere che separa gli Stati Uniti da tutti gli altri protagonisti della vita internazionale, il quale spinge le potenze interessate a contrastare l¿influenza americana a vedere nella forza nucleare l¿insostituibile «equalizzatore strategico» della schiacciante superiorità convenzionale degli Stati Uniti.
In secondo luogo, essa concentra l¿attenzione sul punto di vista americano, cercando di definire l¿esatta natura e la portata del problema nucleare nel quadro della Grand Strategy americana: in che senso e in che misura la «corsa al nucleare» è in grado di colpire gli interessi fondamentali di sicurezza e la posizione internazionale degli Stati Uniti? Dovranno essere analizzati in questa sezione anche gli indirizzi fondamentali che stanno ispirando la profonda revisione della politica nucleare della potenza unipolare (guerra preventiva; riconfigurazione della forze nucleari).
Infine, la ricerca esamina la profonda crisi in cui la rinnovata proliferazione sta gettando il regime di non-proliferazione, ed in particolare il suo architrave, il Trattato di Non-Proliferazione Nucleare.