Echinococcosi cistica: genotipizzazione dei ceppi mediante sequenziamento di markers mitocondriali e nucleari
Progetto L¿echinococcosi cistica causata da Echinococcus granulosus, è una delle zoonosi di maggiore impatto nel mondo e in particolare nel bacino del Mediterraneo. Indagini morfologiche e analisi genetiche hanno portato ad identificare 10 diversi genotipi del parassita (G1-G10). Alcuni di questi genotipi sono stati riscontrati anche in Italia in cisti di origine umana. Risulta quindi molto importante lo studio del ciclo biologico e dei possibili mezzi di trasmissione del parassita in quelle regioni dove gli animali presentano infestazioni con genotipi differenti di E. granulosus che potrebbero essere patogeni per l¿uomo. E¿ inoltre necessario approfondire le indagini epidemiologiche molecolari per valutare la relazione tra le varianti genetiche dell¿uomo e quelle già rilevate negli animali domestici e selvatici. A tal fine, a partire da cisti di origine umana, si procederà all¿estrazione del DNA mediante l¿utilizzo di kit commerciali e alla genotipizzazione del parassita mediante amplificazione e sequenziamento di una porzione dei geni mitocondriali (la cui modalità di trasmissione matrilineare non permette però di rilevare la presenza di genotipi ibridi) codificanti per gli enzimi NADH deidrogenasi I (nad1) e citocromo ossidasi subunità 1 (cox1). Le sequenze ottenute verranno confrontate con le sequenze dei genotipi fino ad ora descritti e disponibili nelle banche dati. Le cisti verranno ulteriormente caratterizzate a livello genetico mediante amplificazione ed analisi di sequenza di una serie di marcatori nucleari al fine di investigare aspetti della genetica di popolazione del parassita; ciò permetterebbe, ad esempio, di rilevare (o escludere) eventuali fenomeni di ricombinazione fra genotipi presenti in condizioni di simpatria, consentendo una più precisa caratterizzazione dei genotipi responsabili di infestazioni umane e rilevando una maggior differenziazione geografica rispetto a quanto documentabile attraverso l¿analisi di marcatori mitocondriali