Il focus del presente programma di ricerca sono i processi decisionali, sia di livello micro che di livello macro, relativi alla riorganizzazione del sistema universitario italiano. Questi processi verranno descritti e spiegati per mezzo di un semplice schema analitico, che prende le mosse dai mutamenti del contesto economico, demografico, politico e culturale che accompagnano l¿emergere dei moderni modelli di ¿economia della conoscenza¿ (Ballarino e Regini 2005, cap. 1).
Tali mutamenti del contesto strutturale determinano il mutamento della struttura di interazione che governa i SU, sia come sistemi complessivi che come singole istituzioni universitarie: da una parte cambiano i rapporti di forza tra gli attori con potere decisionale e le possibilità di voice, o eventualmente di exit, per gli altri attori coinvolti (stakeholders), dall¿altra cambiano interessi, obiettivi e preferenze degli uni e degli altri.
Gli attori coinvolti possono essere suddivisi in due classi: gli attori con potere decisionale, e gli attori variamente coinvolti e interessati al funzionamento dei SU (stakeholders), che possono intervenire nei processi decisionali manifestando i propri interessi per farli accogliere dai decisori (voice) oppure cercare vie diverse per ottenere i propri obiettivi (exit). La prima classe di attori comprende a livello macro (nazionale) i governi, i ministri e le commissioni parlamentari competenti, le rappresentanze della comunità accademica e scientifica e le rappresentanze degli organi di governo degli atenei. A livello micro (di singolo ateneo), i decisori sono gli organi di governo e le burocrazie amministrative degli atenei, la comunità accademica locale, e in diversi casi le amministrazioni pubbliche e i governi locali.
Gli attori potenzialmente coinvolti nei processi decisionali, su entrambi i livelli, sono gli attori economici (imprese e ordini professionali), le rappresentanze del mondo dell¿economia e del lavoro (associazioni imprenditoriali, sindacati), le rappresentanze studentesche (istituzionali e non) e gli studenti in generale, le famiglie degli studenti e, soprattutto, degli studenti potenziali, e gli enti di ricerca e le istituzioni formative non universitari.