Presupposti
Si ritiene che gli ormoni dell¿asse ipotalamo-ipofisi-gonadi possano avere un effetto neuroprotettivo nella Malattia di Alzheimer (AD), caratterizzata dalla presenza nell¿encefalo dei pazienti di placche di beta amiloide (bA). Dati recenti suggeriscono che la somministrazione di GnRH, l¿ormone ipotalamico che stimola la secrezione delle gonadotropine ipofisarie, riduce i deficit cognitivi dell¿AD.
Descrizione del progetto di ricerca
Per analizzare il meccanismo d¿azione del GnRH si utilizzeranno le le cellule GT1-7 e GN11, due linee neuronali immortalizzate che esprimono i recettori del GnRH e sintetizzano e secernono in misura diversa il GnRH e rappresentano pertanto due ambienti cellulari ricchi (le celluleGT1-7) e poveri (le cellule GN11) di GnRH. Gli esperimenti in progetto mirano a chiarire se:
1) Il GnRH modifica la suscettibilità dei neuroni alla bA. Allo scopo si tratteranno i due stipiti cellulari con dosi scalari di bA, e si valuterà la vitalità cellulare con il Cell Titer-Blue® Cell Viability Assay (Promega), e la tossicità della bA misurando l¿accumulo di Ca++ intracellulare nei due tipi di cellule mediante il FLUO-4 NW Calcium assay KIT (Invitrogen).
2) Il GnRH può modulare la produzione della bA che risulta presente anche nelle cellule utilizzate in questa ricerca. In tale caso dopo differenti tempi di coltura con GnRH delle cellule GT1-7 e GN11 saranno valutati: a) i livelli di bA secreti e presenti nelle frazioni cellulari (mediante analisi Western); b) l¿espressione genica (mediante real time PCR) e proteica (mediante analisi Western) della bA stessa.
Obiettivo della ricerca
I risultati derivanti dagli esperimenti sopra descritti ci permetteranno di chiarire i meccanismi molecolari attraverso i quali gli agonisti del GnRH contrastano gli effetti della bA sui neuroni e potrebbero aiutare a sviluppare modelli cellulari utili per mettere a punto nuovi trattamenti farmacologici dell¿AD.