Modelli economici di analisi territoriale del settore agricolo: scenari produttivi alla luce della PAC
Progetto Una corretta e lungimirante gestione delle risorse ambientali e territoriali in agricoltura richiede di poter valutare quale evoluzione avranno nel prossimo futuro dalle scelte produttive operate dalle aziende in base agli scenari economici che si apriranno nei prossimi anni.
Per valutare in che modo la riforma del 2003, attualmente in fase di decollo, potrà influenzare le scelte produttive e, di conseguenza, i bisogni di input (acqua, suolo, ecc.), si è scelto di ricorrere ad un modello di simulazione a scala regionale, basato sulla programmazione matematica positiva (Pmp).
La Pmp rappresenta un¿evoluzione della programmazione lineare, di cui mantiene l¿impianto, ma dalla quale si discosta per alcune assunzioni che la rendono idonea a risolvere modelli territoriali e a fornire indicazioni utili alle scelte di politica settoriale.
Il principale elemento distintivo è costituito dall¿assunzione che le scelte operate dall¿agricoltore rappresentano la situazione che, per definizione, viene ritenuta ottimale. Si presuppone cioè che l¿indirizzo produttivo dell¿azienda sia il risultato di numerose scelte tecniche, economiche, organizzative che si estrinsecano nell¿assetto attuale, il quale quindi riflette il processo di selezione dell¿ordinamento.
Tale assetto produttivo deve quindi essere visto anche come il risultato di un modello di ottimizzazione, che viene quindi calibrato su di esso.
Per ottenere questo risultato il modello viene implementato in tre fasi. La prima consiste nell¿impostare tanti modelli di programmazione lineare quante sono le aziende campionate in una determinata realtà territoriale. La seconda fase consiste nello stimare i costi variabili marginali dei processi produttivi attivati nel territorio, ricavabili come problema duale nel modello di programmazione lineare.
Infine (terza fase), applicando la funzione di costo marginale stimata a tanti modelli di programmazione non-lineare (quadratica) quante sono le aziende del campione, è possibile riprodurre le funzioni primale e duale del modello di programmazione lineare della prima fase. In tal modo il modello è in grado di restituire il livello dei processi attivati allo stato attuale quale scelta ottimale che massimizza il reddito lordo.
Su questa base si possono allora valutare le modifiche apportate a livello aziendale e territoriale al variare di parametri sensibili quali prezzi di vendita e premi alla produzione.