Il contrapporsi di forme differenti di essere nel corpo e l¿emersione di soggetti che rivendicano uno spazio non marginale per la propria ¿diversità¿ ha portato in primo piano la relazione fra corpo, cultura e potere nelle società contemporanee. Tra questi soggetti spiccano le persone con caratteri sessuali misti. Dall¿Ottocento in poi i ¿corpi tra i generi¿ sono stati oggetto di uno sguardo normalizzatore che inserisce le persone tra i sessi/generi in categorie che, funzionando da eccezioni, supportano l¿opposizione binaria maschio/femmina e il predominio dell¿eterosessualità coniugale. Per le pressioni a rientrare nelle classificazioni della cultura cui sono soggette, le persone che si trovano tra i sessi ¿ i travestiti, gli ermafroditi e, soprattutto, i transessuali ¿ sono state indicate come figure che rendono visibile quei segni tipicamente dati per scontati sui quali si costruiscono le differenze di genere.
Il progetto di ricerca che si intende svolgere sulla scorta di questo quadro teorico, mette a fuoco empiricamente la realtà del transessualismo in Italia considerando in particolare le rivendicazioni legali da parte di transessuali in relazione a benefits codificati in base al genere (pensioni, carriera, diritti sociali). Le dispute legali sono un¿occasione cruciale di risoluzione dei conflitti e pubblica sanzione dei confini culturali e, in questo caso, possono illuminare il processo di continua costruzione culturale dei confini di genere, permettendo un¿analisi dettagliata delle diverse cornici che vengono implicitamente utilizzate per definire, gli attributi della maschilità e della femminilità. Il progetto prevede l¿individuazione di due casi significativi, la raccolta degli atti processuali, una rassegna stampa degli articoli in merito ai due procedimenti, la successiva analisi dei documenti, nonché, qualora possibile, la raccolta di interviste biografiche con i protagonisti.