La risposta individuale alla terapia antiipertensiva (farmacologica e non farmacologica) è molto eterogenea, e la scelta del tipo di trattamento è empirica (non è basata su criteri a priori). Infatti metodi basati su parametri clinici o biochimici si sono rivelati di utilità clinica relativa nel prevedere quali pazienti rispondono meglio ad un determinato farmaco. Fattori ambientali e genetici contribuiscono in modo combinato a dare ipertensione e la varianza della pressione arteriosa spiegata da fattori genetici è almeno il 50%. Se poi si considera anche la varianza spiegata dalla dominanza, la stima degli effetti genetici raggiunge l'80%. E' quindi verosimile che fattori genetici abbiano un peso nel determinare la risposta pressoria alla terapia.
Poichè la terapia efficace in un determinato paziente ne contrasta per definizione alcuni dei meccanismi ipertensivanti, è probabile che un approccio farmacogenomico, che consideri trattamenti il cui meccanismo è sufficientemente noto, possa essere fruttuoso per identificare almeno alcuni dei meccanismi patogenetici dell'ipertensione.
Geni candidati ovvi per lo studio delle interazioni gene-trattamento sono quelli codificanti per alcuni componenti delle pathways molecolari influenzate dal trattamento antiipertensivo e i geni dei sistemi di contro-regolazione. In questo contesto un argomento di studio ovvio è la risposta pressoria a terapia cronica con diuretici tiazidici o alla restrizione dell¿apporto sodico.
Questo studio si propone di studiare un pannello di 40 geni dei sistemi di controllo renale del rassorbimento di Na (con particolare attenzione ai geni dei trasportatori inibiti dai diuretici, applicando tecniche di mappatura per Linkage Disequilibrium e ricostruzione aplotipica, previo allestimento di microarray dedicato-Illumina GoldenGate) in 500 di pazienti ipertesi, mai trattati precedentemente, sottoposti a dieta iposodica e/o a terapia con tiazidico per almeno 2 mesi, secondo protocollo standardizzato.