Nuovo protocollo riabilitativo dopo intervento di protesi totale di caviglia nel paziente emofilico: caso clinico preliminare
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Data di Pubblicazione:
2019
Citazione:
Nuovo protocollo riabilitativo dopo intervento di protesi totale di caviglia nel paziente emofilico: caso clinico preliminare / V. Barbieri, G.A.A. Rebagliati, G. Russo, F.M. Ulivieri, A.M. Previtera. ((Intervento presentato al 13. convegno Congresso Nazionale Medici in Formazione Specialistica in Medicina Fisica e Riabilitativa tenutosi a Bologna nel 2019.
Abstract:
Nuovo protocollo riabilitativo a seguito di artroplastica totale della caviglia in pazienti emo- filici: caso clinico preliminare - Barbieri V [1], Rebagliati GAA [1], Russo G [1], Ulivieri FM [2], Previtera AM [1]. [1] Scuola di Specializzazione in Medicina Fisica e Riabilitativa, Università degli studi di Milano. [2] Bone Metabolic Unit, Uo Medicina Nucleare, IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Milano. - L’artropatia emofilica in stadio terminale si presenta come non responsiva ai trattamenti conserva- tivi e comporta un dolore di difficile controllo, grave deterioramento delle articolazioni interessate e significative disabilità. Le articolazioni più colpite sono gomiti, ginocchia e caviglie [1]. Per quanto riguarda l’artropatia di caviglia, il trattamento chirurgico è ad oggi rappresentato prin- cipalmente da due tecniche: l’artrodesi di caviglia (AA), efficace nel ridurre il dolore e la frequenza degli episodi di emartro, con tuttavia perdita di mobilità e possibile sovraccarico delle altre artico- lazioni dell’arto inferiore (con occasionale necessità di ulteriori correzioni chirurgiche) [3] e l’artro- plastica di caviglia (TAR), che presenta il vantaggio di conservare la mobilità, ma è gravata da un maggior numero di complicanze, tra cui mobilizzazione asettica e infezioni dovute alla scarsa qualità ossea nella sede di impianto [2,3]. Nel breve termine, entrambe le opzioni portano a sollievo dal dolore [2,3]. Le misure di outcome della TAR, per quanto parziali [2], sono incoraggianti, spaziando dal sollievo dal dolore alla migliorata mobilità nella maggior parte dei casi [3]. Al contrario, la ge- stione post- operatoria presenta aspetti controversi a causa dell’alto tasso di complicanze precoci e della necessità di cure multidisciplinari. Non esiste al momento un univoco standard di cura riabi- litativo che consenta di monitorare e ottimizzare il processo di guarigione. Per questo motivo è stato proposto un nuovo protocollo sperimentale di riabilitazione precoce, volto alla minimizzazione delle complicanze post-chirurgiche. Abbiamo posto a confronto outcome clinico, funzionale e strumentale di un paziente emofilico sot- toposto a TAR e al nuovo protocollo con tre pazienti emofilici, che dopo TAR hanno seguito il proto- collo in uso presso IRCCS Ca’ Granda, Ospedale Maggiore Policlinico di Milano. La procedura di riabilitazione “tradizionale” si divide in: fase di breve termine, alla dimissione dalla UO di Ortopedia, in cui al paziente viene posizionato uno stivaletto gessato (valutazione della mo- bilità e degli ausili, riduzione delle asimmetrie corporee, verticalizzazione assistita, cammino in sca- rico); fase di medio termine, svolta a domicilio per un mese (riduzione del rischio di lesioni terziarie, raggiungimento di parziale autonomia in ADL e IADL, verticalizzazione e controllo dell’equilibrio) e fase di lungo termine, svolta in una struttura riabilitativa dedicata (deambulazione autonoma com- prendente la salita delle scale, autonomia nel ADL e IADL, reintroduzione nel contesto di prove- nienza). Il nuovo protocollo riabilitativo, al contrario, prende avvio quando il paziente si trova ancora nel reparto di Ortopedia, con il posizionamento di uno stivaletto rimovibile, che consente la mobilizza- zione dell’articolazione coxo-femorale, del ginocchio e delle dita del piede, oltre a massaggio dell’apo- neurosi plantare e un primo tentativo di flessione ed estensione della caviglia. Alla dimissione, il programma prosegue con sessioni bisettimanali di fisioterapia domiciliare, durante le quali viene impostata dapprima deambulazione in scarico con bastoncini canadesi, successivamente viene ese- guito trattamento manuale della ferita chirurgica e, al 17mo giorno post-operat
Tipologia IRIS:
14 - Intervento a convegno non pubblicato
Keywords:
protesi caviglia; emofilico; riabilitazione
Elenco autori:
V. Barbieri, G.A.A. Rebagliati, G. Russo, F.M. Ulivieri, A.M. Previtera
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