Del classico in dialetto : prassi o nuova pratica? Saggio di commento a "Comme s'arricettaie zizìo" (Carlo Avvisati, Arte'm, 2018)
Articolo
Data di Pubblicazione:
2019
Citazione:
Del classico in dialetto : prassi o nuova pratica? Saggio di commento a "Comme s'arricettaie zizìo" (Carlo Avvisati, Arte'm, 2018) / M. Idini. - In: ITALIANO LINGUADUE. - ISSN 2037-3597. - 10:2(2019 Feb), pp. 259-290. [10.13130/2037-3597/11296]
Abstract:
Il presente contributo ha scelto di interrogare un prodotto editoriale di recentissima pubblicazione che ripropone, in dialetto napoletano, le due lettere indirizzate a Tacito da Plinio il Giovane (VI, 16 e VI, 20). L’incontro iniziale con il testo ha sollevato una naturale curiosità e, insieme, un ampio spettro di domande alle quali si cercherà qui di rispondere. A partire da un inquadramento storico del testo e del lascito narrativo con cui il Novecento ha accolto il ricordo di Plinio il Vecchio tramandato dal nipote, la trattazione si estenderà a indagare il senso insito nell’uso di quel dialetto e il supporto di una traduzione “di lavoro” del latino faciliterà un migliore confronto con l’arrivo in napoletano, permettendo così di stabilire se e quanto quest’ultimo abbia gradi di parentela con l’interpretazione fornita nell’italiano stampato dall’editore. L’analisi ha come oggetto la prima delle due lettere sopracitate, perché programmatica e introduttiva a quelli che sono gli intenti encomiastici dell’autore. Il testo presenta, custodita, tutta la sua problematicità: lungi dall’essere una prosa epistolare tout-court, la lettera appare infatti spostata lungo l’asse dell’exitus viri illustris e su una pratica scrittoria che pretende di pilotare la narrazione di un evento storico. Quasi intrappolato nella tela di Plinio, il procedere napoletano pensa e ripensa quegli stessi stilemi, ne duplica le strategie narrative e amplifica il grado di discorsività e conversazionalità della scrittura latina della quale si trova a dover semplificare i costrutti spesso colorati da una inconcinnitas tacitiana. L’analisi si sposterà poi a constatare se e quanto il napoletano di Avvisati rispetti l’ascendenza letteraria richiamata nella Prefazione al volume e quali siano i luoghi in cui se ne discosti, dove e in quale misura abbia agito il processo di italianizzazione e se questo sia da imputare al sostrato italiano della traduzione. La complessa realtà e diversificazione storica che hanno conosciuto i segni linguistici in rapporto al volgarizzare, translatare, tradurre e interpretare, supporteranno inoltre la valutazione sul valore culturale, didattico e civile di cui quest’operazione si veste, rispondendo alla pur semplice e invero opaca domanda: che cosa significa tradurre, oggi, in dialetto?
Tipologia IRIS:
01 - Articolo su periodico
Elenco autori:
M. Idini
Link alla scheda completa: