Data di Pubblicazione:
2018
Citazione:
L'epilogo del progetto di Sigifredo: la corte celeste dipinta in Sant'Antonino a Piacenza / F. Scirea. ((Intervento presentato al 25. convegno Annual International Scientific Symposium of the International Research Center for Late Antiquity and Middle Ages, University of Zagreb tenutosi a Porec nel 2018.
Abstract:
La fondazione del santuario suburbano di Sant’Antonino a Piacenza risale ad età paleocristiana, mentre l’attuale struttura si deve alla completa ricostruzione voluta dal vescovo Sigifredo 997-1031). Fonti indirette ricordano la consacrazione della chiesa nell’anno 1014 e/o nel 1022. Elemento di spicco dell'articolazione strutturale è l'innesto nel corpo basilicale a tre navate absidate di un corpo occidentale a tre bracci con altissima campata di incrocio su dodici pilastri in quadrato, base di imposta di una vertiginosa torre ottagonale non sottocupolata.
Altrettanto imponente doveva apparire il decoro parietale dipinto, prima che il sistema voltato tardogotico e poi il rivestimento neogotico lo riducessero a lacerti nei sottotetti. Il cleristorio della navata schierava monumentali figure entro un finto loggiato ad arcate alternate a cuspidi: re e profeti dell’Antico Testamento a sud, apostoli e padri della Chiesa a nord. Il richiamo ai modelli romani si precisava nella sequenza dall’abside alla controfacciata, nel disporre le figure neotestamentarie alla destra del perduto (ma immancabile) Cristo absidale, nel probabile rapporto figurale fra Antico e Nuovo Testamento, nel ribadire il primato papale accostando Gregorio Magno agli apostoli. Per contro, la scelta di amplificare la sequenza di figure stanti, equiparata per dimensioni al presumibile registro narrativo sottostante, è indice di un'elaborazione autonoma rispetto a Roma, accordando ampio rilievo all'architettura illusoria e facendo coesistere alla pari iconicità e narrazione, in attesa della soluzione radicalmente non narrativa di San Tommaso ad Acquanegra sul Chiese.
L’architettura dipinta continua alla sommità dei tre bracci dell’incrocio, con un’archeggiatura pensile ad inquadrare mezzibusti di giovani martiri (?) alternati a corone ad anello in scorcio. La scarsa leggibilità della pellicola pittorica (sostanzialmente perduta a ovest, offuscata o ‘protetta’ da teli nei sottotetti nord e sud, di difficile accesso e fruizione), impedisce di restituire con certezza l’articolazione del decoro parietale; è però lecito ritenere che per tutti e tre i bracci l’archeggiatura figurata costituisse il solo intervento qualificante su pareti intonacate e scialbate. L’assenza di tituli, nomi e attributi caratterizzanti, sommata alla genericità di volti e abiti panneggiati, suggerisce un’allusione collettiva al trionfo della fede attraverso il martirio; in ogni caso, da terra era preclusa la percezione di eventuali riferimenti specifici. Nel contesto di un santuario cimiteriale legato al clero cattedrale, un ‘coro’ di martiri doveva così circondare, esaltare e presidiare l’incrocio quale spazio di ostensione delle reliquie del martire Antonino, ma anche quale allusione ‘volumetrica’ alla Gerusalemme celeste di Ap 21,16.
Tale fregio martiriale fungeva al contempo da connettore fra la navata, spazio dell’Antica Alleanza e della Chiesa delle origini, e il braccio occidentale dell’incrocio, recante sulla parete orientale una Corte celeste a registri sovrapposti, riscoperta durante l’ultimo restauro della chiesa (1983-1991), ma di leggibilità assai compromessa. Partendo dall’alto, ai lati di Cristo in trono fra la Vergine, Giovanni Battista e due arcangeli, si dispongono le coorti angeliche, i 24 vegliardi seduti con coppe e corone; sotto, ai lati di un soggetto scomparso, entro arcate alternativamente ad arco e a cuspide si allineano i 12 apostoli, mentre la volta di XV secolo ha risparmiato la sommità di probabili visioni dell’aldilà: a nord, l’arcata con corona pendente e braccio di croce e l’attacco di un’ulteriore arcata suggeriscono il Seno di Abramo, Isacco e Giacobbe; a sud, due figure nude aggrappate ad una s
Tipologia IRIS:
14 - Intervento a convegno non pubblicato
Keywords:
Middle ages; Romanesque Wall Painting; Iconography; Old Testament; Heaven; Hell; Angels
Elenco autori:
F. Scirea
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