Epatite B: declino della memoria immunologica in adolescenti immunizzati con vaccini esavalenti nel primo anno di vita : sono necessari richiami per mantenere la protezione a lungo termine?
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Data di Pubblicazione:
2017
Citazione:
Epatite B: declino della memoria immunologica in adolescenti immunizzati con vaccini esavalenti nel primo anno di vita : sono necessari richiami per mantenere la protezione a lungo termine? / L. Romano', C. Galli, A.R. Zanetti. ((Intervento presentato al 50. convegno Sinergie multisettoriali per la salute tenutosi a Torino nel 2017.
Abstract:
Premessa: Nel 2000, in Europa sono stati licenziati due vaccini esavalenti (Hexavac, Sanofi Pasteur MSD e Infanrix Hexa, GlaxoSmithKline) al fine di vaccinare i bambini contemporaneamente contro difterite, tetano, pertosse, poliomielite, epatite B e le infezioni invasive causate da Haemophylus Influenzae b. Nel 2005, l’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) a seguito delle raccomandazioni dell’EMA (European Medicines Agency) ha disposto, come misura prudenziale, il ritiro dal commercio del vaccino Hexavac in quanto ritenuto responsabile di indurre una risposta immunogenica ridotta contro l’epatite B. Nessun provvedimento è stato invece preso nei confronti di Infanrix Hexa, la cui immunogenicità non è stata messa in discussione. Nel periodo 2000-2005, complessivamente in Europa sono state distribuite circa 10 milioni di dosi di Hexavac, in particolare in Austria, Germania ed Italia, dove si stima che circa 1,2 milioni di bambini siano stati vaccinati con Hexavac. L’ovvia domanda, la cui risposta comporta enormi ricadute in termini di Sanità pubblica, è quella di sapere se questi bambini sono protetti contro l’epatite B e in grado di mantenere la protezione anche nel corso dell’adolescenza e dell’età adulta, quando il rischio di esporsi al virus diventa più elevato, o se invece debbano essere richiamati per ricevere una dose booster o un nuovo ciclo vaccinale al fine di garantire la protezione a lungo termine.
Un primo studio effettuato da Giambi et al su bambini vaccinati con vaccini esavalenti ha dimostrato che, a distanza di tre anni dal priming, la percentuale di coloro che avevano anticorpi a livelli protettivi (≥10 mIU/ml ) era più elevata nei vaccinati con Infanrix Hexa rispetto a quelli immunizzati con Hexavac (96% vs 69%; p<0.001). Tuttavia, il 93% dei bambini con anticorpi <10 mIU/ml mostrava una buona risposta anamnestica quando inoculati con una dose booster di vaccino anti-epatite B monovalente.
Un successivo studio multicentrico, controllato, randomizzato, indipendente (finanziato dall’AIFA) condotto in Italia su 1543 bambini immunizzati nel primo anno di vita con vaccini esavalenti (833 vaccinati con Hexavac e 710 con Infanrix Hexa) a cui hanno partecipato 6 diverse ASL (4 della Regione Lombardia), l’Istituto Superiore di Sanità e l’Ospedale Bambino Gesù di Roma, ha dimostrato che a 5 anni di distanza la percentuale di bambini con livelli protettivi di anticorpi anti-HBs era significativamente più elevata in coloro che avevano ricevuto Infanrix Hexa rispetto ai vaccinati con Hexavac (83.2% vs 38.4%; p<0.0001). Anche la media geometrica dei titoli (GMT) risultava più elevata nel primo gruppo rispetto al secondo (61.3 mIU/ml vs 4.5 mIU/ml; p<0.0001). Tuttavia, pressoché tutti i bambini (>92%) con livelli anticorpali sotto la soglia protettiva o addirittura con anticorpi assenti hanno mostrato, indipendentemente dal tipo di esavalente ricevuto nel primo anno di vita, una vigorosa risposta anamnestica a seguito della somministrazione di una dose booster di vaccino anti-epatite B monovalente. Questi dati sono stati successivamente confermati da un analogo studio promosso da Sanofi Pasteur MSD su richiesta dell’EMA, effettuato in collaborazione con diverse ASL dislocate sul territorio nazionale.
I dati di questi studi hanno preliminarmente dimostrato che la memoria immunologica è in grado di persistere più a lungo degli anticorpi e di mantenere la protezione nel tempo. Pertanto al controllo eseguito a 5 anni dal priming non si è ritenuto necessario proporre una dose booster di vaccino per sostenere l’immunità a lungo termine. Tuttavia, il limite di queste conclusioni è che si riferiscono ad un arco temporale limitato, basandosi su controlli effettuati a 5 anni di distanza dal
Tipologia IRIS:
14 - Intervento a convegno non pubblicato
Elenco autori:
L. Romano', C. Galli, A.R. Zanetti
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