Così parla la buona giovinetta : questioni di morale e di lingua in “Come vorrei una fanciulla” di Ida Baccini
Articolo
Data di Pubblicazione:
2016
Citazione:
Così parla la buona giovinetta : questioni di morale e di lingua in “Come vorrei una fanciulla” di Ida Baccini / R. Argenziano. - In: ITALIANO LINGUADUE. - ISSN 2037-3597. - 8:1(2016 Sep), pp. 269-295.
Abstract:
Il periodo postunitario è un momento determinante nella storia linguistica italiana, nel quale si assiste al progressivo e faticoso superamento di una realtà quasi totalmente dialettofona tramite la diffusione dell’italiano di base tosco-fiorentina a strati via via più ampi di popolazione, grazie all’azione sinergica della lessicografia, della manualistica educativa, della letteratura per l’infanzia. Il presente contributo si sofferma su una figura di primo piano nel processo di italianizzazione linguistica e culturale della nazione, la scrittrice e giornalista Ida Baccini (1850-1911), autrice di opere pedagogiche per l’infanzia tra le quali primeggia per notorietà Le memorie di un pulcino (1875). Il focus è su uno dei manuali indirizzati dalla Baccini all’educazione delle giovinette, settore particolarmente gravido di contributi nel secondo Ottocento: Come vorrei una fanciulla (1884), che come tutti gli scritti pedagogici del tempo proponeva un modello comportamentale esplicito e veicolava al contempo implicitamente un tipo linguistico all’utenza femminile. Si fornirà quindi una descrizione delle soluzioni linguistiche del testo - con particolare attenzione al rapporto con le scelte manzoniane - opportunamente messe in relazione con l’impostazione pedagogica conservatrice manifestata dalla Baccini, che appare ancora ben lontana dalle idee emancipazioniste abbracciate in seguito.
Tipologia IRIS:
01 - Articolo su periodico
Keywords:
educazione femminile; Ottocento; unificazione linguistica; donne e questione della lingua; Ida Baccini
Elenco autori:
R. Argenziano
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