Il mare della fertilità di Mishima Yukio e L’anima e il suo destino di Vito Mancuso : narrativa che precorse una teosofia
Capitolo
Data di Pubblicazione:
2014
Citazione:
Il mare della fertilità di Mishima Yukio e L’anima e il suo destino di Vito Mancuso : narrativa che precorse una teosofia / V. Sica (COLLANA DI STUDI GIAPPONESI. RICERCHE). - In: Riflessioni sul Giappone antico e moderno / [a cura di] M. Mastrangelo, L. Milasi, S. Romagnoli. - Roma : Aracne, 2014 Dec. - ISBN 9788854879393. - pp. 259-279 (( Intervento presentato al 37. convegno Convegno annuale dell'Associazione Italiana per gli Studi Giapponesi (AISTUGIA) tenutosi a Roma nel 2013.
Abstract:
E’ noto come la tetralogia Hōjō no umi (Il mare della fertilità) di Mishima Yukio (1925-1970) sia stata più volte (e secondo prospettive diverse) interpretata come narrazione karmica dell’arco di storia del Giappone moderno che va dal Meiji (1868-1912) alla fine degli anni ’60. Asse portante dell’opera è la trasmigrazione, condivisa dai quattro protagonisti dei singoli romanzi, secondo la dottrina yuishiki (Sola Coscienza) della scuola Hossō; per essa, l’ottavo e più alto grado della coscienza è lo arayashiki (ālaya-vijñāna), la “coscienza deposito”, che raccoglie e conserva l’energia potenziale per le manifestazioni mentali e fisiche dell’esistenza e ne fornisce la sostanza.
La critica letteraria e filosofica ha accreditato una lettura nichilista della tetralogia, secondo la quale i primi due romanzi mirano a disegnare il quadro di un’ascesa etica e morale del Giappone, seguita (nel corso dei successivi due romanzi) dal decadimento dovuto all’ibridarsi e alla corruzione dei costumi e all’infiacchimento delle tensioni etiche di secolare tradizione. L’opera si conclude con l’annichilirsi di ogni energia spirituale e vitale dell’ultimo protagonista.
La lettura che qui si intende proporre del complesso romanzo mishimiano è quella di precursore della teosofia cattolica di Vito Mancuso, così come formulata ne L’Anima e il suo destino (Cortina, 2007). Di certo la dottrina yuishiki non contempla l’esistenza dell’anima, giacché gli esseri senzienti trascinati nel processo di trasmigrazione non sono concepiti come portatori di un nucleo immutabile ed eterno; altrettanto certo è che nel credo cristiano non si è mai postulata la trasmigrazione né è concepibile il dissolvimento dell’anima. Tuttavia, l’anima teorizzata da Mancuso si distacca nettamente dalla tradizionale concezione cristiano-cattolica di soffio vitale che, in quanto infuso dal dio, è eterno. Essa è, invece, surplus di energia naturale libera, incessantemente in fieri, che custodisce in sé la tensione verso la vita e verso i principi ordinatori della natura. In quanto libera, essa può scegliere di essere preda del disordine della sensorialità e di dare deliberato consenso al peccato spirituale. All’atto della separazione dal sé materiale, seguendo il naturale processo delle libere scelte fatte, l’energia-anima di Mancuso è destinata o a proseguire verso il bene, la vita, l’ordine e la luce, dimensioni dell’eterno; o a dissolversi, riciclata nel cosmo.
Che sembra essere la narrazione del ciclo karmico di Kiyoaki, Isao, Ying Chan e Tōru, protagonisti della tetralogia.
Tipologia IRIS:
03 - Contributo in volume
Keywords:
Mishima Yukio; Vito Mancuso; Hōjō no umi; yuishiki
Elenco autori:
V. Sica
Link alla scheda completa:
Titolo del libro:
Riflessioni sul Giappone antico e moderno