Data di Pubblicazione:
2015
Citazione:
PER UNA CRITICA DEL PRINCIPIO IURA NOVIT CURIA / M. Rendina ; tutor: A. Chizzini, L.P. Comoglio ; coordinatrici: M.F. Ghirga, E. Merlin. UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI MILANO, 2015 Mar 16. 26. ciclo, Anno Accademico 2013. [10.13130/rendina-marco_phd2015-03-16].
Abstract:
La ricerca affronta il problema del rapporto tra giudice e legge, sotto lo specifico angolo visuale degli ampi poteri che, tradizionalmente, sono riconosciuti al magistrato nella qualificazione giuridica del diritto dedotto dalla parte nel processo. La Prima Sezione dello studio pone in evidenza le complesse interrelazioni che nascono tra la sfera del fatto e quella del diritto oggettivo, nell'inevitabile sforzo di identificare il singolo rapporto giuridico a tutela del quale è richiesto l'intervento giudiziale. Si dimostra, per tal via, l'erroneità dell'insegnamento tralatizio secondo cui il fatto è cosa delle parti, mentre il diritto è cosa del giudice. L'analisi viene affrontata in modo distinto per tre macrocategorie di rapporti giuridici: la prima, comprensiva di quelli per cui certamente assume rilievo la causa della domanda; la seconda, comprendente quelli per i quali la questione di diritto è centrale rispetto a quello che si domanda; la terza, che riunisce le situazioni giuridiche che danno origine alla tutela c.d. costitutiva. Alla luce dei risultati raggiunti, nella Seconda Sezione s'indaga l'essenza del principio iura novit curia e si prosegue la ricerca col fine di verificare l'effettiva esistenza di un suo fondamento positivo, al di là delle classiche e ricorrenti affermazioni. Non si rinviene, tuttavia, alcuna disposizione né alcun principio generale precettivo che sia in grado di giustificare la vigenza della regola tradizionale, espressa nei termini dell'attribuzione al giudice del potere di fondare l'accoglimento sulla base di argomentazioni giuridiche non svolte dalla parte. Inoltre, gli assai negativi riverberi sull'imparzialità del giudice che importa l'applicazione della regola classica, costituiscono ragione ulteriore per ritenere a tutt'oggi vigente nel nostro ordinamento una regola dal contenuto opposto a quello attribuito al brocardo tradizionale: il giudice ha il potere-dovere di accogliere la domanda giudiziale esclusivamente sulla base delle postulazioni giuridiche svolte dalla parte che ha agito.
Tipologia IRIS:
Tesi di dottorato
Elenco autori:
M. Rendina
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