L’accordo tra fonti d’informazione nel repertorio emotivo-comportamentale del preadolescente : uno studio pilota.
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Data di Pubblicazione:
2014
Citazione:
L’accordo tra fonti d’informazione nel repertorio emotivo-comportamentale del preadolescente : uno studio pilota / E. Minacapelli, C. Bressi, P. Della Valentina, E. Dipasquale, E.A. Milanese, E.P. Nocito, M.A. Costantino. ((Intervento presentato al 42. convegno La psicoterapia come offerta di cura in medicina.
Malattie, luoghi di cura, competenze mediche dello psicoterapeuta. tenutosi a Bologna nel 2014.
Abstract:
Introduzione. Il repertorio emotivo-comportamentale nello sviluppo è stato ampiamente studiato in bambini e adolescenti, dedicando minore spazio alla preadolescenza, delicato periodo di cambiamenti nell’immagine di sé e del proprio rapporto con gli altri. Le ricerche italiane, spesso focalizzate su soggetti reclutati in Centri di Salute Mentale o popolazioni specifiche (es.DSA, ipotiroidismo, spina bifida), hanno dato maggiore importanza all’epidemiologia della popolazione generale, rispetto alle correlazioni tra fonti d’informazione.
Obiettivo: Indagare il repertorio emotivo-comportamentale rispetto alle diverse fonti d’informazione, genitori-ragazzi, su un campione pediatrico pilota di preadolescenti.
Metodologia. Trenta ragazzi dai 10 ai 14anni (16femmine,14maschi) vengono inviati consecutivamente, dopo visita pediatrica di routine, al Servizio di Psicologia clinica e Psicoterapia, Dipartimento di Neuroscienze e Salute Mentale, Ospedale Maggiore Policlinico di Milano per effettuare un bilancio di salute psichica. Sottoscritto il Consenso Informato e riportate le informazioni anagrafiche di base, viene chiesto a ragazzi e genitori (29madri,20padri) di compilare, rispettivamente, la YouthSelf-Report-YSR (Achenbach et al.,2001) e le ChildBehaviorCheckList–CBCL (Achenbach et al.,2001).
Risultati. Differenze significative tra madri e padri emergono alle Scale Sindromiche(SS) in AnsiaDepressione (t=2.294,df=46,p=.026) e ProblemiSociali (t=2.178,df=46,p=.035); alle Scale DSM-oriented(S-DSMo) in ProblemiAffettivi (t=2.617,df=46,p=.012) e alle Scale di Carattere Generale(SCG) in Internalizzazione (t=2.431,df= 46,p=.019). Significative anche le differenze sui totali (t=2.178,df=46,p=.035). Rispetto ai figli, il numero di scale con differenze significative cresce (SS. AnsiaDepressione: F=3.613,df=2,p=.032; LamenteleSomatiche: F=5.854,df=2,p=.004; ProblemiDiPensiero: F=4.864,df=2,p=.010. S-DSMo. ProblemiD’Ansia: F=3.269,df=2,p=.044; ProblemiSomatici: F=5.477,df=2,p=.006. SCG. Internalizzazione: F=4.367,df=2,p=.016), con influenze anche sul punteggio totale (F=3.147,df=2,p=.049). Discrete le correlazioni in tutte le SCG e nel totale tra ragazzi e madri, ma non con i padri. Indagando variabili intervenienti emerge, tuttavia, una correlazione diretta tra il numero totale di figli e la differenza tra il punteggio CBCL/YSR totale madri-figli (r=.428,p=.026), alterazione non rilevata per i padri. Nessuna associazione tra l’età del figlio, l’età o la scolarità dei genitori e queste differenze.
Conclusioni. I genitori mostrano divergenze rispetto alla percezione dell’assetto emotivo-comportamentale dei figli, soprattutto sulle problematiche internalizzate. Le risposte delle madri, generalmente più vicine a quelle dei ragazzi, risultano, tuttavia, maggiormente divergenti all’aumentare del numero di figli. I risultati, pur con qualche differenza, paiono in linea con gli studi internazionali, suggerendo l’importanza dell’assetto familiare allargato in questa fase di sviluppo.
Tipologia IRIS:
14 - Intervento a convegno non pubblicato
Elenco autori:
E. Minacapelli, C. Bressi, P. Della Valentina, E. Dipasquale, E.A. Milanese, E.P. Nocito, M.A. Costantino
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